I due candidati alle presidenziali statunitensi del 6 novembre hanno citato complessivamente 34 volte Israele. Nemmeno una volta la Palestina.
A mostrarsi pro-israeliano durante le primarie repubblicane era stato proprio Mitt Romney. Era persino stato sorpreso dalle telecamere mentre si dilungava in dichiarazioni poco simpatiche sui palestinesi.
Nell’ultimo dibattito, lunedì 22 ottobre, Romney è però stato il solo a criticare gli israeliani per le loro mancanze nell’ambito delle discussioni del processo di pace.
Il silenzio di Obama sulla Palestina può essere capito. Il dossier del processo di pace tra israeliani e palestinesi è quello dove ha registrato il peggior smacco del suo mandato. In quattro anni non si è recato nemmeno una volta nella regione.
Entrato alla Casa Bianca nel gennaio 2009, proprio quando Gaza aveva appena subìto un attacco missilistico senza precedenti da parte dell’esercito israeliano, Obama aveva scelto di occultare.
Gli effetti di questa scelta rischiano oggi di andare ben oltre il 6 novembre, se Obama verrà rieletto, fosse anche solo a causa delle elezioni israeliane previste in gennaio.
Lunedì sera, Mitt Romney e Barack Obama hanno citato (complessivamente) 34 volte Israele, 47 volte l’Iran, 32 volte la Cina, 28 volte la Siria, 12 volte la Libia, 2 volte la Grecia e nemmeno una volta l’Unione europea.
(Fonte : Le Monde.fr)
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