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Agenzie di rating, manipolazioni sospette dei mercati

Come da normativa, le agenzie di rating comunicano i loro giudizi agli Stati interessati 12 ore prima della comunicazione ufficiale ai mercati, per permettere loro di gestire al meglio la comunicazione dell’evento (spesso traumatico) e per evitare eventuali errori di valutazione.
Pochi minuti dopo queste comunicazioni “riservate”, ecco partire un’ondata di vendite dei titoli pubblici interessati
.

Dal portale d’informatione Contropiano.org.

“Dall’interno dei governi parte la “soffiata” verso operatori “amici” che possono così acquistare o vendere titoli prima che il prezzo di modifichi verso l’alto o il basso – si legge nell’articolo – Movimenti che avverebbero comunque di lì a qualche ora, ma che messi in moto da pochi soggetti che hanno in tasca un vantaggio informativo procurano grossi guadagni per pochi.”

“Sui mercati finanziari – prosegue l’articolo – sembra che qualcuno riesca spesso a intuire, con almeno mezza giornata d’anticipo, l’arrivo di un declassamento di rating a qualche Stato europeo.
È successo anche mercoledì scorso, quando Standard & Poor’s ha bocciato a sorpresa la Spagna portando il suo rating a «BBB-»: la notizia è arrivata ufficialmente alle 22,52, ma i rendimenti dei titoli di Stato spagnoli avevano iniziato a salire già dalle 13,59.
… Questo significa che 12 ore prima l’agenzia aveva informato il Governo spagnolo, come prevede la normativa. Un paio di ore dopo questa comunicazione “riservata”, i titoli di Stato iberici cambiano rotta: come se improvvisamente abbiano “annusato” una notizia che nessuno – tranne S&P e il Governo spagnolo – doveva conoscere.

E misterioso è anche il caso del 13 giugno. Quel giorno, alle 22,35, è Moody’s a declassare la Spagna a «Baa3».
Il rendimento dei titoli di Stato spagnoli, che aveva iniziato la seduta in calo, improvvisamente inverte la rotta: dalle 11 del mattino circa inizia a salire, con uno sprint più forte dalle 14. Morale: dal 6,668%, il tasso d’interesse balza al massimo del 6,784%.
Idem il 26 aprile. Alle 23,05 Standard & Poor’s annuncia il declassamento delle Spagna e alle 11 della mattina i rendimenti dei Bonos accelerano verso l’alto.
È vero che avevano preso la strada del rialzo prima delle 11,00. Ma è da quell’ora che accelerano: dal 5,794% il rendimento sale al 5,879% del primo pomeriggio. Per poi chiudere al 5,84%.

Anche queste sono tutte casualità? Possibile. Ma il dubbio resta: perché le casualità vanno sempre nella direzione che, col senno del poi, si rivela giusta?
C’è poi il caso dell’Italia. Quello clamoroso è il declassamento del 13 gennaio, su cui la Consob ha aperto un’inchiesta per verificare se ci siano stati effettivamente abusi di mercato.
In effetti la notizia della bocciatura, arrivata in tarda serata, era già di dominio pubblico dal pomeriggio.
Addirittura era stata anticipata da un giornale francese, con ovvie conseguenze sui mercati finanziari.
Ovvio che non esista alcuna prova per pensare che qualcuno possa avere abusato di informazioni riservate.
Ovvio precisare che i movimenti sui mercati sono causati da innumerevoli ragioni, per cui è impossibile a volte capirne la logica.
Ma il problema resta: il fatto che 12 ore prima dell’annuncio di un declassamento venga informato il Governo interessato crea in ogni caso un potenziale caso di fuga di notizie, un potenziale “regalo” a quella stessa speculazione che la normativa vorrebbe combattere.”

Redazione

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