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Fabio Pontiggia contro le aggregazioni dei comuni forzate e “multipack”

I municipi di Ascona, Brissago e Ronco sopra Ascona hanno incaricato il professor Andreas Auer di mostrare che l’iniziativa promossa da Giorgio Ghiringhelli per l’aggregazione entro la fine del 2017 dei comuni del Sopraceneri in due unici grandi poli urbani (la Grande Locarno e la Grande Bellinzona) non è fattibile.

Auer ha definito il progetto di Ghiringhelli “irricevibile” per tre motivi sostanziali : contrasto con la Costituzione cantonale, in­compatibilità con il diritto fede­rale e con il diritto pubblico internazionale.
La sua perizia verrà consegnata alla Commissio­ne Costituzione e diritti politici del Gran Consiglio. Giorgio Ghiringhelli non è sorpresa dalle argomentazioni di Auer e rimane fiducioso.

Nell’edizione odierna del Corriere del Ticino, Fabio Pontiggia riprende la questione e scrive che l’idea di Ghiringhelli per questa aggregazione “era apparsa subito come una irriguardosa forzatura. Ora l’autorevole parere del costituzionalista Andreas Auer la mette seriamente in difficoltà e forse ne segna il destino.
… le argomentazioni del prof. Auer, presentate venerdì alla stampa, appaiono stringenti, anche se in misura diversa a dipendenza dei punti critici evidenziati.
… La nostra Costituzione (articolo 20) stabilisce che i Comuni non possono fondersi con altri Comuni o dividersi senza il consenso dei loro cittadini e senza l’approvazione del Gran Consiglio.
Aggiunge che il Cantone favorisce la fusione dei Comuni, ma precisa che questo compito spetta al Gran Consiglio, il quale “può decidere la fusione e la separazione di Comuni, alle condizioni previste dalla legge”.
Ebbene, l’iniziativa Ghiringhelli non propone di modificare questo articolo, che quindi rimane nella Costituzione, ma prevede di affiancarvi un nuovo articolo (il 20a) in base al quale entro il 31 dicembre 2017 sono creati i due grandi Comuni di Locarno e Bellinzona con una procedura manifestamente in contrasto con quella prevista dall’articolo 20.

La volontà dei cittadini dei Comuni interessati verrebbe ignorata (deciderebbero gli elettori di tutto il Cantone), il Gran Consiglio sarebbe messo in disparte, le norme di legge, alle quali espressamente la Costituzione rimanda, verrebbero del tutto scavalcate.
E sono le norme che dicono come bisogna procedere proprio per le fusioni coatte (quali sarebbero quelle della grande Locarno e della grande Bellinzona).
… È come se nella Costituzione introducessimo un articolo che prevede l’elezione del Governo col sistema maggioritario ma lasciassimo invariato l’articolo che stabilisce l’elezione del Consiglio di Stato con il sistema proporzionale.
La procedura eccezionale creerebbe una disparità di trattamento fra Comuni.
Tutti gli altri Comuni del Ticino, in caso di fusione coatta, beneficiano delle garanzie previste dalla Costituzione e dalla legge; i 18 Comuni locarnesi e i 17 Comuni bellinzonesi al centro dell’iniziativa Ghiringhelli invece, no.

Tra queste garanzie figura anche la regola secondo cui ogni singola aggregazione dev’essere oggetto di una singola e autonoma decisione (del Parlamento o del popolo): il nostro ordinamento non prevede le fusioni multi¬pack.
Aberrante è infine inserire nella Costituzione lo stanziamento di un credito ad hoc, togliendo tra l’altro ogni competenza al Governo e al Parlamento.
L’obiettivo dell’iniziativa Ghiringhelli può anche essere lodevole: fare di Locarno e Bellinzona due vere città (come Lugano).
Lo strumento scelto è però del tutto inappropriato. Il prof. Auer fa capire che si tratta di una forzatura “indegna della democrazia.”

L’iniziativa di Ghiringhelli prevede – per la Grande Locarno – di aggregare Ascona, Brione s/Minusio, Brissago, Cavigliano, Centovalli, Cugnasco-Gerra, Gordola, Lavertezzo, Locarno, Losone, Mergoscia, Minusio, Muralto, Orselina, Ronco s/Ascona, Tegna, Tenero-Contra e Verscio.
Per la Grande Bellinzona, invece, Ghiringhelli progetta l’aggregazione di Arbedo-Castione, Bellinzona, Cadenazzo, Camorino, Claro, Giubiasco, Gnosca, Gorduno, Gudo, Lumino, Moleno, Monte Carasso, Pianezzo, Preonzo, Sant’Antonio, Sant’Antonino e Sementina.
Le 10’000 firme necessarie per la riuscita dell’iniziativa erano state consegnate lo scorso mese di maggio
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Redazione

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