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Di questi giorni è l‘accesa discussione riportata dai media attorno all’apertura parziale della caccia sui fondovalle agricoli del cantone Ticino.

Gli argomenti dei contrari all’apertura della caccia, sono solo in parte da noi condivisibili. Possiamo comprendere il fatto che nascano delle paure e a questo riguardo ci affidiamo alle garanzie di professionalità e al buon senso dei cacciatori, avvallate anche dall’Ufficio caccia e pesca e dal Consiglio di Stato, ma anche all’esempio grigionese, Cantone in cui questo tipo di caccia avviene già da tempo. Non dimentichiamo inoltre che si tratta di due giorni (di regola primo mattino e sera) la settimana.
Non possiamo però condividere il tentativo, apparso in alcuni articoli, di minimizzare il ruolo dell’agricoltura e la sua funzione di produttrice di beni alimentari o addirittura della sua presenza.
I terreni del fondovalle dove verrà aperta parzialmente la caccia sono tra i più produttivi dal lato agricolo.
Sono coltivati da generazioni e conservati in buono stato grazie alla presenza agricola. Sono anche diventate zone dove svolgere passeggiate a mo di svago dei numerosi cittadini che col tempo si sono insediati nelle vicinanze delle campagne e che non praticano più l’agricoltura.
Cittadini i quali talvolta distratti si dimenticano che l’erba che cresce in un campo coltivato è l’alimento base per gli animali allevati e lasciano scorazzare e deporre i bisogni fisiologici ai loro cani con gravi danni per il bestiame e grande mancanza di rispetto del prossimo e della natura.
Cittadini che come a Claro vedono di buon occhio la possibilità di insediare su suolo agricolo un albergo nonostante le leggi indichino il contrario.

Vi è chi accenna che il vero agricoltore è colui che sa convivere con gli ungulati. Possiamo a nostra volta assicurarvi in modo documentato che i danni arrecati dagli ungulati sul fondovalle sono ad un livello insopportabile per la stragrande maggioranza degli agricoltori.
L’alternativa potrebbe essere quella di recintare tutto sino ad una altezza di 2,5ml ma poi nemmeno i cittadini sarebbero contenti del paesaggio che ne risulterebbe deturpato.
Se la nostra testimonianza non è sufficiente, per renderci conto che la presenza di questi animali sul fondovalle diventa sempre più problematica, basta allora constatare il numero di incidenti stradali, non di indifferente pericolosità, causati dagli ungulati.
Incidenti che in poco più di dieci anni sono quasi quintuplicati per attestarsi attorno al mezzo migliaio. Poco più di un decennio fa il fondovalle per gli ungulati era solo luogo di passaggio e non vi stanziavano.
Siamo convinti di coltivare il territorio per produrre alimentari oggi particolarmente apprezzati anche per la prossimità, definiti a chilometro zero.

Ringraziamo i cittadini per la comprensione che questo piccolo passo nell’apertura mirata della caccia sul fondovalle agricolo vada compiuto con prudenza e professionalità per permettere l’attività agricola sui suoli più produttivi del Cantone.
Ringraziamo anche i cacciatori che si impegneranno con particolare prudenza a rendere meno attrattive agli ungulati queste zone di grande valore agricolo.

Unione contadini ticinesi