La siccità colpisce gran parte degli Stati Uniti. Le coltivazioni di mais e soja soffrono e i prezzi diventano proibitivi. E’ opinione unanime che il contraccolpo di questa situazione si farà sentire a livello mondiale.

Gli Stati Uniti sono il primo produttore mondiale di mais. Il Dipartimento americano dell’agricoltura ha annunciato un calo drastico delle esportazioni in questo settore e anche l’anno prossimo, a livello mondiale, il calo sarà marcato.
A causa della siccità che sta bruciando gran parte del paese, alla Borsa di Chicago mais e soja vengono trattati a livelli record.

“Quel che accade alla produzione americana ha un immenso impatto sul resto del pianeta – ha spiegato Robert Thompson, esperto di sicurezza alimentare in un’intervista sul quotidiano britannico The Guardian – Se il prezzo del mais aumenta, di riflesso fa esplodere verso l’alto anche il prezzo del grano. Ritengo che su scala mondiale ci stiamo avviando verso una situazione molto seria.”
“La siccità è in corso adesso ma le persone ne risentiranno veramente gli effetti solo tra sei mesi o un anno – commenta Marie Brill, analista presso ActionAid, società che promuove azioni a sostegno dei paesi del sud del mondo.

La gravità del problema deve ancora essere determinata ma Brill non ha dubbi : l’offerta ridotta e gli alti prezzi causeranno grandi difficoltà, soprattutto nei paesi più poveri, che dipendono in larga misura dalle importazioni di mais e grano dagli Stati Uniti.
I paesi che più di altri subiranno le conseguenze della siccità negli Stati Uniti sono il Giappone, la Corea del Sud, il Perù, il Guatemala, il Salvador, la Colombia e buona parte dell’Africa dell’est.