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Suicidi degli anziani e poverta’. Il Ticino non è solo prostitute e bordelli

Che accade al Corriere del Ticino, che da mesi ogni santo giorno scrive di prostitute e bordelli? Quale strategia sta dietro la linea editoriale del più grande quotidiano ticinese?

Sia chiaro : nulla da dire sul fatto che quanto viene scritto riflette una delle realtà nel nostro cantone. Prostitute lungo i marciapiedi, nei posteggi dei centri commerciali, in certi quartieri dei maggiori centri urbani, bordelli legali e bordelli illegali, bordelli costretti a chiudere, retate all’alba in questo o quest’altro ritrovo pubblico.
Prostitute e bordelli, bordelli e prostitute, ogni giorno ci tocca.

Però in Ticino vi sono altre realtà che ogni giorno non ci toccano. Nel senso che non appaiono sul Corriere del Ticino (né altrove a dire il vero e – lo ammetto – nemmeno in Ticinolive) e che nemmeno ci preoccupano.

Ad esempio, c’è la realtà della povertà che affligge numerosi ticinesi.
A chi capita di passare in determinati giorni verso le 17h30 in Città Vecchia a Locarno, dietro l’Ospedale, appare uno spettacolo che la prima volta può sembrare irreale.
Una lunga fila di persone, di tutte le età, silenziose e quasi meste, ognuna con in mano un sacchetto o una sporta, chi un carrello della spesa. Nel tardo pomeriggio d’inverno poi, vederle lì in una nebbia fredda o sotto la pioggia fa ancora più impressione.
Stanno in coda per ricevere generi alimentari gratuiti o a poco prezzo, perchè non hanno soldi a sufficienza per andare a fare la spesa alla Migros o alla Coop. E nemmeno all’Aldi, dove tutto costa meno ed è altrettanto buono.
Quando ripartono con le loro borse piene, la maggior parte di loro se ne va veloce, rasente i muri, tenendo gli occhi bassi. Sentono il peso della vergogna.

Ad esempio c’è la realtà del tasso di suicidi fra le persone anziane.
Quanti anziani, nel nostro cantone, terminano la loro vita con il suicidio? Ce ne sono. Chi decide di andarsene perchè non sopporta più la solitudine, chi si toglie la vita perchè i figli hanno deciso che verrà portato in un ricovero, chi dice basta perchè malato, depresso, incompreso… sono alcune tra le motivazioni più frequenti.
Girava qualche mese fa la voce di una vecchia signora che costretta ad andare al ricovero aveva preso un taxi portandosi appresso due valigie. Era scesa alla diga della Verzasca, aveva lasciato una valigia sul marciapiede e poi si era gettata nel vuoto, giù nel precipizio, lei e l’altra valigia.
Meglio morire di colpo che andare a morire al ricovero, un poco ogni giorno. Forse aveva avuto questo pensiero.
Che sia un fatto accaduto o che siano solo voci è comunque l’eco di una situazione che esiste e che, nel suo persistente silenzio, pesa molto.

Ad esempio, in Ticino c’è la realtà degli anziani che con frequenza vengono convinti da consulenti bancari senza scrupoli (o che per mantenere il posto di lavoro devono mettere gli scrupoli in un angolo) a investire i loro risparmi.
Ho assistito a diversi di questi casi. E’ accaduto anche a un parente mio, di età superiore ai settant’anni. Contattato un giorno da un consulente bancario, che preso atto che sul conto aveva diverse decine di migliaia di franchi gli aveva proposto di investirli: titoli, azioni, fondi d’investimento, opzioni, prodotti strutturati, …
Con il risultato che in poche settimane quasi la metà dei soldi era scomparsa. Al che il parente in questione aveva ritirato i soldi rimasti e li aveva rimessi su un conto di risparmio. Giurando che mai più!
Quante persone di età avanzata e in possesso di soldi si fidano dei loro consulenti bancari e lasciano che i loro risparmi vengano presi, investiti a piacere e nella maggior parte dei casi ridotti a zero?

Tre esempi banali, quotidiani, di quel che accade in Ticino e che potrebbe essere portato attraverso i media all’attenzione del pubblico.
Sarebbero argomenti altrettanto interessanti delle prostitute e dei bordelli, varrebbe la pena spenderci qualche parola ogni tanto.

B. Ravelli

Redazione

View Comments

  • Bellissimo articolo di Bonnie.
    Molto molto triste, naturalmente.

    Pieno di realismo e pieno di umanità.

  • Ed oltre agli anziani chissà pure quanti giovani, magari terminati gli studi entrati in quel circolo vizioso di disoccupazione, assistenza e depressione.
    Purtroppo il tema suicidi sia Ticino che in Svizzera in generale è ancora tabù, penso che se dovessero uscire le cifre con le fascie d'età ci sarebbe da vergognarsi.

    • Esattamente, purtroppo il tema suicidi è ancora tabù, in Ticino e in Svizzera in generale. Molti sociologi ritengono che parlarne apertamente (pubblicando sui giornali ogni singolo caso di suicidio), possa innescare il fenomeno dell'emulazione (in ogni fascia di età) e che dunque la situazione potrebbe aggravarsi ancora di più. Credo tuttavia che via sia un errore di fondo, in un approccio di questo tipo, verso un contesto sociale strutturato in modo ormai così complesso e soprattutto interattivo, che caratterizza la nostra attuale realtà. Occorrerebbe avere un po' più di fiducia,nell'accresciuta sensibilità delle persone nei confronti di aspetti assai difficili e delicati della vita (che potrebbero toccare chiunque) e nella loro capacità di supporto e coinvolgimento emotivo,verso chi ne ha realmente bisogno. Qualcosa di buono sta nascendo ...tra le pieghe oscure di un ormai secolare individualismo moderno, tipico del mondo occidentale (notoriamente "ricco", ma solo materialmente).

  • Per molti anziani di oggi i problemi maggiori sono la solitudine e la povertà.
    Basta recarsi in una casa per anziani per rendersi conto che quel posto, in pratica, è l’anticamera del cimitero.
    Deve essere molto triste per una persona giunta ai suoi ultimi anni di vita sentirsi inutile e fallita, e mi vien da citare una bellissma frase di un autore ignoto:
    “Voici, braves veillards, dans l’evénement qui vous frappe, le doulureux chemin de la dernière etape !
    Nei secoli scorsi, gli anziani venivano lasciati in °lobbia” su di una sedia, e in breve morivano di polmonite ; umano o no, questo destino era comunemente accettato.
    Il suicidio è l’atto più disperato che una persona possa compiere. Dopo la morte, secondo me, le possibilità sono tre:
    1)passaggio a un’altra dimensione. 2) reincarnazione. 3) annientamento. Penso che il suicidio possa sfociare solo nell’annientamento.

  • Questo commento delle 10:54 è pura malignità,
    fatto solo per demolire.

    Te lo potevi risparmiare. Chissà perché fai così.

    Io VERAMENTE non lo so. Non faccio finta di non saperlo!

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