In risposta all’interrogazione di Matteo Pronzini (Mps-Pc) “Imposte trattenute ai lavoratori frontalieri: quali sono i costi indotti dalla loro presenza quotidiana sul territorio del Cantone Ticino?”, il Consiglio di Stato conferma di voler rivedere l’Accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri.
La quota del 40% era stata introdotta nel 1978, dopo che da parte italiana era giunta la richiesta di percepire parte delle imposte prelevate ai frontalieri, che obbligatoriamente la sera rientravano in Italia.
Obbligo di rientro al domicilio oggi cancellato dagli accordi sulla libera circolazione. “Il numero di lavoratori che rientrano solo occasionalmente o nel fine settimana è aumentato considerevolmente – rileva il Consiglio di Stato – e i costi a carico del Cantone sono in costante aumento. Il Cantone non percepisce nessuna quota delle imposte dei lavoratori residenti in Ticino che svolgono un’attività lucrativa in Italia e per i quali deve assumersi i costi”.
L’accordo va dunque rivisto e la percentuale del ristorno dell’imposta alla fonte va adeguata alla situazione attuale, che non è più quella di 34 anni fa.
(Fonte : La Regione.ch)
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