L’11 giugno 2012 il Municipio di Lugano, con una lettera indirizzata alla Consigliera comunale dei Verdi Melitta Jalkanen, l’ha informata di non ritenere opportuno entrare nel merito delle domande da lei formulate in due interrogazioni.
Le interrogazioni sono atti di competenza dei Consiglieri comunali, previsti dalla LOC (Legge organica comunale) e disciplinati dal Regolamento comunale (art. 30 del Regolamento di Lugano).
Con l’interrogazione, uno o più Consiglieri comunali rivolgono per iscritto al Municipio una domanda su oggetti d’interesse comunale e il Municipio risponde entro novanta giorni.
Una risposta del tenore di quella in oggetto (il Municipio “non ritiene opportuno entrare nel merito alle domande da Lei poste”) semplicemente non è una risposta ai sensi della normativa in vigore.
Il diritto dei Consiglieri comunali – che sono eletti dai cittadini e incarnano il potere legislativo – di porre domande all’Esecutivo rientra nei principi democratici.
Non è ammissibile che un Municipio decida che cosa è degno o no di risposta: ammettere tale prassi equivarrebbe a vanificare del tutto l’istituto dell’interrogazione. A che pro fare domande al Municipio se questo può semplicemente rispondere che “non ritiene opportuno” rispondere?
Indipendentemente dal contenuto o dalla provenienza partitica di tali domande, si tratta pur sempre di domande rivolte all’Esecutivo da rappresentanti dei cittadini.
Un tale disprezzo per i principi democratici non può passare sotto silenzio, anche perché sembra far parte ormai del modo di pensare del Sindaco di Lugano e perciò è tanto più pericoloso.
Non possiamo dimenticare, infatti, come Giorgio Giudici si sia già espresso tacciando di protagonismo le associazioni di cittadini che s’impegnano per la tutela del territorio (si veda la puntata di Falò del 24 novembre 2011).
Adesso danno fastidio anche i Consiglieri comunali? Quale sarà il prossimo bersaglio?
È chiaro che il controllo democratico esercitato dai Consiglieri comunali anche per mezzo delle interrogazioni può risultare fastidioso per chi è ormai abituato a muoversi in maniera disinvolta ai limiti del consentito (citiamo, in ordine sparso, la mansarda “extra” di via Peri, i posteggi in più in via della Posta, i progetti edilizi per Gandria).
Ci piacerebbe però sapere se la decisione del Sindaco è condivisa da tutto il Municipio e in particolare da Lorenzo Quadri, da sempre paladino degli atti parlamentari in un ruolo (che a volte sarà stato giudicato anche scomodo o fastidioso) di continua vigilanza sull’agire del potere.
Questo ruolo noi Verdi del Luganese lo condividiamo e lo difendiamo. E lo rivendichiamo anche per l’umile Consigliera comunale Melitta Jalkanen.
I Verdi del Luganese