Nel fine settimana elettorale in Grecia hanno vinto i conservatori di Nuova Democrazia, la formazione di Antonis Samaras, che punta alla coalizione con i socialisti del Pasok e promette di mantenere gli impegni di austerità e bilancio con i creditori internazionali.
Conscio del clima di insofferenza che comunque dilaga nel paese, Samaras assicura che il suo governo non accetterà passivamente le condizioni imposte alla Grecia da Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. Intende invece negoziare per avere di nuovo una prospettiva di crescita.
Nuova Democrazia ha battuto Syriza, il partito della sinistra radicale aggiudicandosi il 30% delle preferenze. Il partito dell’estrema sinistra è comunque giunto secondo, con il 26% dei voti.
Samaras ha dichiarato : “Siamo ancorati all’euro. Mi sento sollevato. Gli investitori dovrebbero sentirsi rassicurati”.
Con il premio di maggioranza di 50 seggi, il suo partito potrebbe aggiudicarsi 130 seggi sui 300 in Parlamento. Questo però non basta per formare un governo uni-direzionale e dunque oggi saranno avviate le trattative per formare un governo di coalizione.
Alexis Tsipras, il leader di Syriza è soddisfatto malgrado non sia giunto al primo posto. La sua campagna elettorale ha fatto perno sul rifiuto netto degli impegni presi con Ue e Fmi in cambio degli aiuti finanziari. Syriza è oggi il secondo partito del paese: un trionfo per una formazione che appena un anno fa era al 6% delle preferenze di voto.
I commentatori spiegano il secondo posto del partito, invece del primo, nel fatto che Tsipras non ha mai offerto un’alternativa credibile: ha detto che avrebbe stracciato gli impegni con l’Europa e negoziato nuovi accordi per togliere la Grecia dalla crisi economica, ma la corsa agli sportelli bancari delle ultime settimane mostra che la maggior parte dei greci ha voluto evitare dissapori con i partner europei, il blocco dei finanziamenti Ue-Fmi, il default e l’uscita del paese dall’euro. Ha prevalso la prudenza.
Syriza è un partito di opposizione molto forte. Si può prevedere che al prossimo tentativo del nuovo governo di far votare nuove misure di risanamento (sono necessari entro fine giugno 11 miliardi di euro) Tsipras e i suoi scenderanno nelle piazze insieme ai sindacati.
Antonis Samaras vede questo scenario e ha già iniziato a tentare di scongiurarlo, facendo appello a tutte le forze politiche per un governo di unità nazionale.
Alexis Tsipras ha fatto sapere che rifiuterà di entrare in un governo che intende mantenere gli accordi con i partner europei.
Con una debole maggioranza, Nuova Democrazia e il Pasok cercheranno l’alleanza della sinistra democratica, che garantirebbe all’esecutivo una quindicina di deputati e con 175 deputati sarebbe più facile far votare i nuovi piani di risanamento.
Lo scenario greco rimane più che mai aperto.
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