Giovedì il Consiglio degli Stati ha approvato l’aumento della quota parte svizzera al Fondo monetario internazionale, da 4.5 miliardi a circa 7.5 miliardi di franchi.
In questo modo la Confederazione si assicura di avere voce in capitolo in seno all’istituzione finanziaria mondiale, con un seggio nel suo Consiglio di amministrazione.
L’aumento della partecipazione svizzera risulta dalla riforma del FMI nel 2010. Il Fondo monetario potrà assicurare in maniera più efficace la stabilità del sistema monetario e finanziario mondiale, con il raddoppio delle sue risorse ordinarie.
L’aumento della quota parte assicurerà alla Svizzera anche l’esercizio del diritto di voto, ha fatto notare la presidente della Confederazione Eveline Widmer-Schlumpf. Rafforzando il FMI, la Svizzera contribuirà a sostenere i paesi toccati dalla crisi dell’euro.
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ATTENZIONE: VOTAZIONI INCOMBONO!!
Da 4.5 a 7.5 (raddoppio ... e non del Gottardo) degli aiuti al "grande nulla" :YUPPI :roll: :lol:
La Puffa al 5% ha le prove alla mano che tutto ciò che afferma, succederà!!!
Come finora ... :-o :-D
Ho dovuto rileggere parola per parola questa chicca di comunicato ... roba da rovinarsi il weekend :evil:
Capito? Quando le Peppine (la nostra al 5%) si ritrovano a Bruxelles o a Berna, cosa ci combinano?
E noi incassiamo il colpo senza nulla proferire!
Dice la mia amica e con lei, il sottoscritto - poveri illusi -: diminuire il contributo ... anziché aumentarlo.
"Il Fondo monetario potrà assicurare in maniera più efficace la stabilità del sistema monetario e finanziario mondiale, con il raddoppio delle sue risorse ordinarie."
buuuuuuaaaaaaahhhhhhhhhhhh, buuuuuuuuaaaaaaaahhhhhhhhh
Poveri noi pazzesco come tanta gente non abbia ancora capito niente della situazione!
Questa donna è una vera calamità per il nostro paese. I pagliacci che l'hanno eletta andrebbero messi in galera
Gli stessi pagliacci che vogliono portare il cambio (N) Euro/CHF a 1,40 e pure coloro che hanno proposto al popolo di vendere l` oro della BNS ad inizio nuovo secolo!
Lei in fondo riesce pure a fare meglio!
Cosa vogliono di più?
E pensare che questi pagliacci sono stati plebiscitati alle ultime elezione federali.
Che bello Il Teatro dei Falliti
qualcuno ha visto ieri sera su SF1 il documentario sui retroscena della partenza di Hildebrand? Altra figuraccia di merda della signora in questione. Fa solo danni.
Secondo me la brutta e falsa signora in questione
(ma non è l'unica donna bugiarda che io conosca)
è un simbolo. Rappresenta
la capacità di giocare sporco del Parlamento.
Attenzione. Sentite questa.
"Potevo fare di quest'aula sorda e grigia
il bivacco dei miei manipoli..."
Non esageriamo adesso. Questa frase la pronunciò il Duce,
Jack the Ripper la disapprova.
"In questo modo la Confederazione si assicura di avere voce in capitolo in seno all’istituzione finanziaria mondiale, con un seggio nel suo Consiglio di amministrazione."
Ci sono tante cose che si possono COMPRARE.
L'autorevole seggio sembra essere una di queste.
Ma non è finita. Se io busso alla porta di una professionista
posso comprare l'AMORE.
Alcuni comprano LAUREE DI ATENEI ALBANESI (bizzarro).
Il Fondo Monetario Internazionale
Economista - Premio Nobel - Joseph Stiglitz
Joseph Stiglitz accusa FMI di essere un'istituzione manovrata dai poteri economici e politici del cosiddetto Nord del mondo e di peggiorare le condizioni dei paesi poveri anziché adoperarsi per l'interesse generale.
Il sistema di voto (che chiaramente privilegia i Paesi "occidentali") è considerato da molti iniquo e non democratico. Il F.M.I. è accusato di prendere le sue decisioni in maniera poco trasparente e di imporle ai governi democraticamente eletti che si trovano così a perdere la sovranità sulle loro politiche economiche.
Nel suo libro Globalization and Its Discontents[5] uscito nel 2002, e in una serie di interviste ed articoli, Joseph Stiglitz, dimessosi dalla vicepresidenza della Banca Mondiale, accusa il Fondo Monetario di aver imposto a tutti i Paesi una "ricetta" standardizzata, basata su una teoria economica semplicistica, che ha aggravato le difficoltà economiche anziché alleviarle.
Stiglitz fornisce una serie dettagliata di esempi, come la crisi finanziaria asiatica e la transizione dall'economia pianificata al capitalismo in Russia e nei paesi ex-comunisti dell'Europa orientale: i prestiti del F.M.I. in questi paesi sono serviti a rimborsare i creditori occidentali, anziché aiutare le loro economie. Inoltre il F.M.I. ha appoggiato nei Paesi ex-comunisti coloro che si pronunciavano per una privatizzazione rapida, che in assenza delle istituzioni necessarie ha danneggiato i cittadini e rimpinguato le tasche di politici corrotti e uomini d'affari disonesti. Stiglitz osserva che i risultati migliori in materia di transizione sono stati conseguiti proprio da quei paesi, come la Polonia e la Cina (che non hanno seguito le indicazioni del F.M.I.), mentre in Asia il modello economico che ha permesso una massiccia crescita dell'economia di molti paesi si basa su un forte intervento statale, anziché sulle privatizzazioni.
Stiglitz sottolinea inoltre i legami di molti dirigenti del F.M.I. con i grandi gruppi finanziari americani e il loro atteggiamento arrogante nei confronti degli uomini politici e delle élites del Terzo Mondo, paragonandoli ai colonialisti di fine XIX secolo convinti che la loro dominazione fosse l'unica opportunità di progresso per i popoli "selvaggi".
Negli anni ottanta il Fondo Monetario Internazionale (assieme alla Banca Mondiale) ha cercato di promuovere l'industrializzazione nell'Africa sub-sahariana, talvolta ottenendo buoni risultati e spesso fallendo. Difatti in Senegal le politiche neoliberiste di eliminazione dei protezionismi doganali hanno contribuito alla scomparsa di interi settori industriali.
Le critiche nei confronti del F.M.I. hanno trovato un ulteriore argomento quando nel 2001 l'Argentina (Paese che i tecnici del F.M.I. consideravano "l'allievo modello") è andata incontro ad una terribile crisi economica. Il F.M.I. è stato accusato di avervi contribuito con le sue indicazioni o quantomeno di non aver fatto nulla per impedirla.
Fonte:Wikipedia