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Erano circa 20mila le persone che martedì a Mosca e in altre città russe si sono riunite per manifestare contro il presidente Vladimir Putin. I leader dell’opposizione, convocati con molto opportunismo dalle autorità, non hanno potuto partecipare ai cortei di protesta.

I manifestanti russi diventano sempre più irritabili e nessuno può dire come si comporterà in futuro l’inamovibile dirigente del Cremlino, scrive il quotidiano portoghese Público : “E’ da oltre 13 anni che Putin si aggrappa al potere, sia come primo ministro che come presidente e da quasi un anno i russi manifestano contro di lui.
Va detto che coloro che oggi lo contraddicono sono persone cresciute nella sua ombra durante l’era post-Boris Eltsin, membri della classe media e dell’élite moscovita.
I toni del dissenso si fanno sempre più duri. Putin attacca tutto quando indebolisce e divide il paese, mentre su ordine del Cremlino vengono perquisite le abitazioni dei dissidenti.
I manifestanti associano Vladimir Putin a Iosif Stalin … Ovviamente uno non è l’altro ma oggi è più che mai difficile dire come evolverà, nel tempo, la situazione in Russia.”

Gli slogan preferiti dagli oppositori russi nelle manifestazioni di martedì non sono una minaccia per il presidente Putin, scrive il quotidiano della Repubblica ceca Lidové noviny : “Putin giudica inaccettabile quel che indebolisce e divide la società. Il problema della Russia non è tuttavia solo l’opposizione che divide la società.
In Russia non esiste un’opposizione degna di questo nome. Quale alternativa offre l’opposizione ai manifestanti? Chi guida gli oppositori al regime?
“Ci sforziamo di liberare, nella calma, la Russia dal suo usurpatore, che continua a depredare il paese – dichiara l’ex vice primo ministro dei tempi di Boris Eltsin, Nemzov, uomo ambizioso e che ancora oggi si atteggia a dirigente di un grande impero, ma non è affidandosi a queste persone che i russi sconfiggeranno Putin.”