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Il Club Bilderberg ha deciso : la Spagna va sacrificata. Fuori dalla Zona euro

Per proteggere il sistema bancario, il gruppo Bilderberg, i cui membri si sono riuniti a Chantilly, nello Stato della Virginia, dal 31 maggio al 3 giugno, ha deciso di sacrificare la Spagna, che verrà dunque fatta uscire al più presto dall’euro.

Teorie cospirazioniste? No, realtà cospirazionista, scrive il portale d’informazione WallStreet Italia.com : “Durante i tre giorni del meeting Bilderberg in Virginia, Stati Uniti, i banchieri europei, i funzionari del governo americano e i manager della finanza internazionale hanno discusso l’abolizione della cautela sostenuta da Angela Merkel e l’allargamento del credito ai paesi europei più indebitati.
Sul piano geopolitico la Russia desta preoccupazione, per l’insistenza del presidente Vladimir Putin nel voler mantenere intatto lo stato di sovranità, per la belligeranza russa circa le basi statunitensi che circondano la Russia e la difesa missilistica americana rivolta contro Mosca.
La Russia non è più la superpotenza militare di un tempo, ma possiede armi nucleari e strategiche e potere energetico, è un paese ricco in petrolio e gas naturale, materie prime che contano per due terzi delle sue esportazioni.

Il problema Spagna
Un membro tedesco del gruppo ha fatto notare che è impossibile, nell’attuale clima economico e politico, convincere i tedeschi a sostenere la Spagna, paese messo in ginocchio da corruzione e inefficienza.
Il messaggio chiave dell’incontro è stato che qualsiasi cosa accada, il sistema bancario deve essere protetto.
Per il bene dell’alta finanza dunque verrà sacrificata la Spagna. Alla vice presidente spagnola è stato chiesto perchè la Spagna andrebbe salvata, dato che ha mentito sul debito e sui suoi problemi finanziari, dato che il suo sistema bancario è ridotto talmente male che difficilmente può interessare a qualcuno.

Uno dei membri americani ha dichiarato che è giunto il momento di premere il bottone di allarme sulla situazione in Spagna. Man mano che proseguivano le discussioni aumentavano il senso di panico e la tensione.
Il gruppo Bilderberg ha accesso all’elenco completo dei depositi bancari che sono volati via dalla Spagna, una cifra che raggiunge i 120 miliardi di euro.
Il debito delle istituzioni finanziarie spagnole è il 109% del Pil, il doppio di quello di Francia e Germania e il triplo di quello degli Stati Uniti.
I prestiti insoluti nel settore delle costruzioni sono il 40% del Pil, non il 20% come ha dichiarato il primo ministro spagnolo Rajoy.
Il sistema bancario spagnolo sta morendo, hanno concluso i Bilderberg. Il Banco Santander, la principale banca del paese, ha un debito di oltre 800 miliardi di euro e l’intero sistema bancario è contagiato.
I Bilderberg hanno preso la loro decisione : la Spagna deve uscire dalla Zona euro. Ora non resta che attendere quanto tempo impiegheranno gli attori a fare la loro parte.”

Foto : Manifestanti davanti al the Marriott Westfields Hotel, a Chantilly, in Virginia, dove si è tenuto il meeting del gruppo Bilderberg e dove i membri del gruppo sono giunti a bordo di lussuose vetture con i vetri oscurati.

Redazione

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  • Questi "criminali economici" ora temono che la Spagna (dopo averla "aiutata" ad indebitarsi fino al midollo), possa non farcela e invece di aiutarla, decidono di staccare la spina. Credo che sia giunto il momento di staccarla a loro la flebo che li mantiene ancora in vita. Sarebbe infine meraviglioso se la Spagna rifiutasse sdegnosamente questi "aiuti velenosi" dei banchieri, quale buono e dignitoso esempio per gli altri stati europei.

  • "Je souhaite l'effondrement de l'Union européenne"
    Marine Le Pen al quotidiano austriaco "Kurrier".

    Non é la sola che lo pensa, ma lei lo dice !

    ... aggiungo : basta col scimmiottare e gli specialisti dell'imbroglio di Chantilly, Stato della Virginia e usareare "la Crème Chantilly" per intartarli.

    • Basta col scimmiottare gli specialisti dell'imbroglio di Chantilly, Virginia (spesso indecenti "distributori" di lezioni di economia) e usare "la Crème Chantilly", France, per intartarli.

  • Questa crisi dimostra che qualcosa si è inceppato nel mostruoso meccanismo secolare controllato dai potentati finanziari. Il Bilderberg ha dovuto schierare il suo membro più eminente, Monti,amico del fantomatico Nicholas Rockefeller e triumviro della Trilaterale per intervenire direttamente in Italia e sospendere la democrazia. La Spagna, e condivido quello che dice Bike, ora viene lasciata a se stessa dopo averci mangiato tutti.È la fine dell'Unione Europea per quello che è veramente. L'Europa dei banchieri e degli speculatori. Affaire a suivre

    • Voglio fare una piccola ricerca su questi Bilderberg...
      Tra un po' vi scrivo quello che ho trovato.

  • Gli Stati soffocano nel debito pubblico! Le pensioni scavano voragini nel bilancio! La funzione dei sindacati si è esaurita! Il privato è più efficiente del pubblico! Le classi sociali non esistono più! I mercati provvedono a far affluire capitale e lavoro dove è massima la loro utilità collettiva! È la globalizzazione che impone la moderazione salariale! Agevolare i licenziamenti crea occupazione!

    Codeste idee vengono ogni giorno somministrate ad un pubblico (popolo) in altre faccende affaccendato spacciandole per ricette risolutive: della serie il mondo è cambiato e non "volete" prenderne atto. Media di ogni portata, grandi e piccoli e molti politici lobbisti fanno da megafoni. Si contesta la legittimità dello Stato -che è un tassello dell’identità nazionale- e si reclama l’abolizione delle conquiste sociali che sono il frutto dell’autodeterminazione dei popoli, invocando... identità nazionali e autodeterminazione dei popoli. Si richiedono meno controlli, meno pressioni su determinati scelte comuni come la legittimità parlamentare, il rispetto ambientale, la laicità dello Stato. È paradossale approvare buona parte della dottrina neocapitalista e insistere sulla parte deleteria dei nazionalismi come fa la destra. C'è ben poco che i governi possono fare per contrastare le pressioni del capitale, della finanza e del commercio mondializzati.

    Per quanto si cerchi di negarlo è ormai del tutto evidente che il sistema capitalistico, non è più in grado di produrre i posti di lavoro che sarebbero necessari per garantire un lavoro a tutti. Come pure garantirne uno decentemente pagato a quelli che l'hanno trovato. Sono gli azionisti che detengono migliaia di titoli, l’espressione del gruppo sociale dominante. "Stando alla mia esperienza, il maggior aiuto per accrescere l'efficienza del personale è una lunga fila di uomini in attesa al cancello" affermò con traboccante tracotanza un azionista Usa agli inizi del Novecento. Eppure il vento soffia ancora a destra, pure in ticinolive. :wink: :-| :cry:

    • E' stato così da sempre ma vi era molta più onestà e meno cannibalismo nella classe imprenditoriale. Il capitale (inteso come mezzo per ......) è sempre stato fonte di speculazione da parte di finanzieri senza scrupoli.
      La sinistra è forse esente da questo assalto alla diligenza?

  • Intanto vengono offerti altri 100 miliardi.Guadagnano un po` di tempo, aiutano sempre i soliti a spese degli altri.
    Non sono bastati 4500 miliardi per capire che la soluzione voluta dai statalisti pianificatori di destra e sinistra sia inutile.
    Chissà se si deciderà di calmarsi e si rifletta ad un sistema veramente capitalista (capitalista é colui che risparmia).Il risparmio messo a disposizione quale motore per una crescita sostenibile.
    Invece questo sistema, che ai suoi albori sembrava più onesto, ha richiesto interventi sempre più importanti e ravvicinati.Causando sempre più distorsioni nella struttura economica.
    Naturalmente il politico ha sempre subito senza trarre alcun vantaggio dal sistema a sogno perenne.Già, già.... poverino!

  • Sul fatto che là fuori ci siano degli Imprenditori ("i" maiuscola) che rischiano di loro, non ci sono dubbi. E' vero c'è un'imprenditoria seria. Proprio in quel caso le regole sono contrattate di comune accordo tra sindacati e imprenditori. Come viene orgogliosamente ammesso dagli imprenditori stessi, le due entità (imprenditori e lavoratori) accrescono così un sano rapporto di collaborazione. Il mondo finanziario nel quale ci tocca vivere è un mondo (invece) dove le intenzioni isolate di individui potenti , piuttosto che le complesse dinamiche di processi sociali, determinano il corso delle cose. Gli interventi “riparatori” poco possono fare per contenere i danni di un mercato finanziario globale definitivamente separato dall'economia concreta. Infine la trentennale trasformazione di un'ampia parte del debito privato in debito pubblico, una squallida ripartizione della ricchezza prodotta dal lavoro, fino al punto di accettare, con disparità sociali intollerabili, l'annullamento del potere d'acquisto della "middle class" perfino per comprare quello che l'economia produce. E qui emerge quel che è un punto decisivo, che è bene aver sempre presente, anche in settimane nervose come queste. E cioè ricordare che l'origine di questa crisi, che ormai si trascina dai prima anni duemila (junk bond, predators ball, subprime lending, etc) è una crisi iniziata con un fallimento del mercato e non dello Stato. Do you remember?

    • Non credo che tutte le crisi da te descritto siano dovute dal mercato, piuttosto da una pianificazione centrale della moneta a cui i politici rende servizio.
      Difatti la bolla immobiliare americana, alimentata come tutti sappiamo, servì a nascondere la caduta della bolla tecnologica.
      Purtroppo questo sistema dura da moltissimi anni ed ora diventa sempre più evidente quali effetti abbia questo tipo di politica monetaria.
      Per questo credo che sia maggiormente un problema dovuto ai pianificatori statalisti di destra o sinistra che del mercato stesso.

      Buona notte a voi!

  • Non già che trattasse proprio contro il galateo; ma sapete quante belle cose si posson fare senza offender le regole della buona creanza: fino sbudellarsi.
    (Alessandro Manzoni, I promessi sposi, Capitolo 38)

    Scusate il mio ripetermi ... ma qui si tocca il fondo.
    Elegantemente, per favore!

  • Non credo per mia natura al complotto da "grande fratello". In questo caso si potrebbero citare (oltre alla Bilderberg) altre associazioni ad "alto valore netto" come il Cato lnstitut, la Heritage fundation e l'Istituto Aspen; 1'Adam Smith Institute e l'lnstitute of Economic Affairs; la Société Mont-Pelerin, la Trilateral e la Tavola Rotonda di Parigi, etc. Credo invece che tutto si svolga (anche nella nostra minuta realtà federale) in quei quotidiani piccoli/grandi rapporti interpersonali tra politici e lobby, tra etablishment economico e parlamentari attuati in poco appariscenti corsie preferenziali. Una sorta di vicendevoli passi pratici, operativi, decisionali per varare o respingere (un "clima", un'iniziativa, un iter parlamentare) infine un ordinamento, votato a maggioranza alle camere finalizzato poi a favorire gli interessi specifici di uno o di un altro settore economico/finanziario. Quel "clima", appunto, in massima parte creato e supportato dai media. Ecco perché sempre maggiore si concentra l'interesse sulle identità degli editori. Questo é il nucleo centrale tra politica ed economia.

  • A mio parere è puramente ideologico far sembrare che l'origine della crisi derivi dal versante pubblico. Certo riformare la spesa dello Stato è necessario ma la crisi non è nata lì. Il dato è inconfutabile e oggettivo. Oggi imporre come priorità quella dell'austerità e dei tagli è un'azione discutibile. Nessuno nasconde la necessità, da parte di tutti i governi di avere massima responsabilità nello gestione dei bilanci e nel portare avanti riforme che migliorino i conti pubblici. Ma è da evitare il cadere dalla padella di una cattiva gestione dei conti, nella brace di politiche di tagli indiscriminati, che non aiutano a uscire dalla crisi e anzi rischiano di determinare una spirale catastrofica. Si è già scritto molto sulla provocatoria idea di Simon Thorpe di applicare una tassa flat dell’uno per mille sulle transazioni finanziarie per sostituire l’insieme di tutte le tasse esistenti. Non a caso il Parlamento Europeo ha adottato in questi giorni una risoluzione che parla proprio di tassare le transazioni di azioni al 0,1% e dei derivati al 0,01%, contando di recuperare così circa 200 miliardi di euro l’anno. Il ragionamento di Thorpe viene riassunto così: “dato che il gettito fiscale mondiale è un millesimo del volume globale delle transazioni finanziarie perché non sostituire tutte le tasse oggi esistenti (Iva, tassa sul reddito, imposte patrimoniali) con una semplicissima tassa sulle transazioni finanziarie? Una tassa flat dell’uno per mille su tutte le transazioni finanziarie abolirebbe tutte le altre tasse”. Inoltre: "se una tassa flat dell'uno per mille fosse introdotta sulle transazioni finanziarie essa genererebbe lo stesso importo di tutte le altre tasse messe assieme". Una provocazione su cui meditare mentre il disfattismo "interessato" e imperterrito... imperversa.

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