Molto presto saremo chiamati tutti alle urne a pronunciarci sul controverso progetto “Managed Care”, ovvero il sistema di reti di cure integrate.
L’eccessiva burocratizzazione si sa, non porta nulla di buono e questa vale soprattutto per la sanità. Chiunque lavora in ambito sanitario può testimoniare l’importanza fondamentale che riveste il ruolo del medico di famiglia, che non è relegato esclusivamente al rapporto “curante-paziente” in senso medico-tecnico, ma bensì ad un fenomeno d’importanza sociale che implica stima e fiducia verso il proprio medico da parte del paziente.
La libertà di scegliere il proprio medico è un diritto fondamentale del nostro paese, un diritto che però rischia di cedere il passo al già enorme strapotere delle casse malat(e), le quali decideranno, attraverso i loro contratti di prestazione, quale medico e fornitori di prestazioni il paziente dovrà dirigersi secondo, ovviamente, criteri di carattere meramente economico.
Senza mettere in conto l’enorme apparato burocratico che si verrebbe a creare che rischierebbe a lungo termine di diventare non solo ingestibile ma addirittura dispendioso in termini di risorse finanziare (le stesse che si vogliono risparmiare). Non ho alcuna intenzione di addentrarmi troppo profondamente nelle clausole e nei particolari di questo progetto, che ormai tutti conoscono almeno a grandi linee.
Come professionista della sanità, ritengo quindi che il Managed Care non sia la soluzione adatta per il coordinamento della presa a carico del paziente dalla diagnosi alla terapia ma sostengo fermamente il concetto del “gate-keepering” che potenzia invece di diminuire il ruolo del medico di famiglia quale coordinatore ultimo dei dati del paziente (che con il managed care diventerebbero di “dominio pubblico” per le casse malati, infliggendo un duro colpo alla privacy) e delle cure dirette, sia di carattere specialistico che di terapia.
Il 17 giugno quindi, difendiamo la nostra libertà ed il ruolo centrale nelle nostre cure sia del medico di famiglia che di tutti i professionisti che operano nella sanità e che forniscono prestazioni, votando NO al Managed Care.
Roberto De Tullio
Operatore socio-sanitario – I Verdi