Gli sforzi condotti negli ultimi anni dai principali leader politici nella lotta all’evasione fiscale sembrano essere stati inutili.
Infatti, uno studio, citato dal quotidiano britannico The Guardian, basato sui dati della Banca dei regolamenti internazionali (BIS), indica che nel 2011 circa 2’700 miliardi di dollari erano celati nei conti bancari offshore. Una somma sostanzialmente uguale a quella del 2007.
Questo significa che i numerosi trattati internazionali e bilaterali non sono riusciti nel loro intento : gli evasori – magari attraverso complesse strutture societarie – hanno evitato l’ostacolo spostando i capitali da un paradiso fiscale all’altro, magari preferendo gli Stati che hanno siglato meno trattati bilaterali, come Cipro, dove il volume dei depositi ha segnato un aumento del 60%.
Questi dati sono in netto contrasto con l’ottimismo manifestato all’ultimo summit del G20. Lo scorso novembre il segretario generale dell’OCSE Angel Gurria aveva dichiarato finita l’era del segreto bancario : “C’è ancora da lavorare in alcune zone – aveva detto – ma ora non è più possibile celare asset o redditi senza rischiare di essere scoperti.”
(Fonte : Valori.it)