La democrazia diretta svizzera è in vendita? chiede Pascal Jeannerat su rts.ch, il portale web della radio romanda : “E’ una domanda alla quale potremmo rispondere sì, vedendo le cifre che un campo politico è in grado di investire per una campagna elettorale.
Oggi, lo spirito di democrazia diretta viene snaturato già al momento della raccolta delle firme, da una pratica che certamente non è nuova ma che sta prendendo una dimensione inquietante : il ricorso sempre maggiore alla rimunerazione finanziaria.
Prima di poter depositare l’iniziativa contro la burocrazia, i liberali-radicali hanno fatto appello a quattro professionisti per poter raccogliere entro i 18 mesi concessi le 100mila firme necessarie.
Senza di loro, il testo sarebbe fallito.
Oggi sono i Verdi liberali che pagano due franchi per ogni firma raccolta a favore dell’iniziativa per una riforma fiscale ecologica.
Affinchè l’iniziativa popolare federale non diventi un mero esercizio di marketing, la rimunerazione per la raccolta delle firme va proibita.
La raccolta delle firme deve rimanere l’occasione di un incontro privilegiato fra il militante e il cittadino, animata dalle convinzioni e non dagli interessi. Lasciarla diventare un atto commerciale è minare la sua credibilità e indebolire inutilmente la democrazia diretta.”
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