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Marine Le Pen può diventare un interlocutore?

Gérard Longuet ha ragione quando constata che c’è una notevole differenza tra Marine Le Pen e suo padre, scrive Ivan Rioufol nel quotidiano francese Le Figaro : “Il ministro della Difesa mette in evidenza un punto fermo, ossia che la presidente del Front National ha rotto con il passato legato ai compromessi dell’estrema destra con il regime nazista durante l’ultima guerra.

Ha fatto un certo numero di dichiarazioni che riconoscono la specificità della Shoah, respingendo il negazionismo e l’antisemitismo, dei quali suo padre era accusato a causa delle sue dichiarazioni.
Questo non permette di sostenere seriamente che padre e figlia sono diversi, è l’argomento ripetuto a destra e a sinistra da chi non vuole vedere cosa in realtà porti Marine Le Pen.
Secondo un sondaggio diffuso mercoledì, il 37% dei francesi approva le idee del Front National, mentre il 51% ritiene che il partito sia un pericolo per la democrazia.

E’ inutile continuare a colpevolizzare Marine Le Pen come fa chi, nel partito di Sarkozy, l’UMP, rimprovera al ministro Longuet di credere che sia diventata, con il risultato che ha conseguito al primo turno delle presidenziali, un interlocutore per la maggioranza.
Del resto anche Nicolas Sarkozy ha dichiarato che il Front National è un partito compatibile con la Repubblica. Ha anche detto che nel caso di un duello tra socialisti e Front National alle legislative, il candidato UMP potrebbe chiedere di votare scheda bianca.
Marine Le Pen ha dichiarato che al secondo turno delle presidenziali voterà scheda bianca, ma non ha dato alcuna indicazione di voto ai suoi elettori.

Per la destra non si tratta di adottare le idee estreme del Front National ma di portare, grazie al dibattito, una replica repubblicana a temi delicati (immigrati, identità, comunitarismo, ecc.) che non possono essere lasciati a un’unica formazione marginalizzata, con il rischio di alimentare risentimenti nazionalisti e xenofobi generatori di tutti i male a venire.”

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Redazione

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