Circa due terzi degli israeliani ritengono che un attacco armato contro l’Iran sarebbe meno pericoloso che non lasciare la Repubblica islamica dotarsi dell’arma nucleare. Lo rivela oggi un sondaggio sul quotidiano israeliano Ha’aretz.
Il 65% delle persone interrogate ritiene che il prezzo che Israele pagherebbe accanto a un Iran nuclearizzato sarebbe ben più alto di quello di eventuali rappresaglie a seguito di un attacco israeliano contro le installazioni nucleari iraniane.
Il 60% ritiene che solo un attacco militare può fermare il programma nucleare di Teheran. Il sondaggio è stato realizzato dal Jerusalem Center for Public Affairs e ha coinvolto 505 israeliani rappresentanti di tutte le categorie della popolazione.
In un precedente sondaggio, condotto a novembre da Ha’aretz, la percentuale dei favorevoli e contrari a un attacco contro l’Iran era di 50%-50%.
Sabato sera a Tel Aviv un migliaio di persone hanno manifestato contro l’eventualità di un attacco militare contro le installazioni atomiche in Iran. Si tratta della prima manifestazione di questo genere nel paese che coinvolge un elevato numero di partecipanti.
Israele considera il programma nucleare iraniano la principale minaccia per la sua sicurezza e si dice pronto a sferrare un attacco qualora Teheran dovesse oltrepassare il punto di non-ritorno.
Il governo israeliano si dice dubbioso sull’efficacia delle sanzioni occidentali contro Teheran e sulle possibilità di successo dei negoziati che riprenderanno prossimamente tra i paesi che formano il Quintetto (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania).
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