Il Paese odierno pubblica in prima pagina una notevole lettera del dottor Alberto Siccardi, attualmente uno dei vicepresidenti della neo-fondata AreaLiberale. Ad essa fa seguito una risposta di Eros Nicola Mellini, deputato e segretario cantonale dell’UDC. Ticinolive ringrazia il Paese per la gentile concessione.
Lettera agli UDC, marzo 2012
Carissimi tutti,
questa è una lettera di amicizia e di gratitudine e, perché no, di spiegazioni.
Fra di voi ho imparato un po’ di politica svizzera, ho concepito la grande stima che ho per l’UDC e per i suoi ideali, che sono ancora oggi i miei ideali e lo saranno finché campo. Lo sarebbero anche se dovessi andare a vivere in Australia o in Pakistan, perché sono un uomo libero che sente il dovere di aiutare chi come voi combatte contro i poteri forti e accentratori, che soffocano le libertà. Sapete che dico sul serio, perché lo faccio seriamente.
Perché ho aiutato Sergio Morisoli a fondare il partito di Area Liberale e ho accettato di divenirne vicepresidente? Perché non ho condiviso, sul piano dei principi, l’avvicinamento alla Lega, fin dall’inizio della mia adesione all’UDC. L’UDC ha un’altra dimensione intellettuale e un altro stile politico, ha ideali, magari a parole, molto simili a quelli della Lega, ma non è mescolata con gli affari cantonali. Nulla di male ad esserlo, se gli appalti sono acquisiti legalmente, ma non è il massimo. Non condivido i vari “Balairat” né gli insulti del Mattino, gli attacchi personali a chi dà fastidio, e questo non perché ne rimanga scandalizzato o offeso quando tocca a me subire – me ne frego, vengo dalla Valtellina dove di duri e insolenti ne ho frequentati senza fastidio fin dalle elementari – ma perché questi modi tengono lontani dall’UDC quei Liberali veri che, scacciati dal PLRT, cercano casa e finché non la trovano fanno perdere alla destra il loro appoggio. So di non concordare con Eros Mellini su quanto appena detto. I fatti daranno ragione a chi ce l’ha.
Intendiamoci, sono stato al fianco di Pierre Rusconi fino a ieri, sono entusiasta dei suoi lucidi calcoli di politica reale che io non capisco (o non approvo?), ho fatto sincerissime congratulazioni al Giuliano Bignasca per aver in parte scardinato la dominanza dei Radicali, questi “quasi socialisti peggio dei socialisti”, perché chi li vota non sa di votare a sinistra e , credeteci o no, continuerei ad aiutare l’UDC anche se continuasse ad allearsi con la Lega nei momenti importanti. Perché? Perché io voglio continuare a difendere e promuovere i valori di libertà e di lotta per mantenere la Svizzera come è, sia aiutando ancora voi che cercando, con AL, di andare a recuperare per la destra quelli che, o fuoriusciti dal PLRT, o delusi della politica dei partiti mestieranti, vogliono un po’ di serietà di destra, con programmi economici chiari e portati avanti e non solo promessi. Senza troppe declamazioni e attacchi personali, ma con linee politiche, che affrontino, ad esempio, le immigrazioni con molta fermezza e buon senso, non porgendo il fianco a chi ci dice razzisti.
Due esempi.
In Australia ogni anno si accettano 120.000 immigranti, ma si decide quali esperti si debbano importare, tassisti, parrucchieri, farmacisti o chirurghi…I clandestini si combattono con mezzi duri, identificazione e rimpatrio e detenzione se fanno i furbi e poi espulsione nuovamente. Non si gioca a scambiarsi insulti di razzismo o di comunismo, si cerca di gestire il problema, e per le strade non si incontrano, come da noi, frotte di neri che spacciano al calar del sole…
I frontalieri. Scriverò un articolo sul CdT, visto che sono stato chiamato in causa dai leghisti, ma mai ho visto affrontare un argomento cosí importante con tanta leggerezza e falsità. Contingentiamoli pure, ma secondo i bisogni delle Aziende e accettiamoli solo dopo che non si è trovato in Ticino o in Svizzera il candidato. Cosí funzionava negli anni ottanta. Perché non ci si incazza invece di accettare le continue violazioni degli Accordi bilaterali? Questa è materia importante! Ovviamente è piú facile sparare delle cannonate a salve, la gente deve essere impressionata e non informata.
Ecco perché penso che, fatti salvi gli stessi valori, ci sia spazio politico per aggiungere altri metodi di lotta, piú pesanti perché piú veritieri, piú condivisibili perché accompagnati da proposte fattibili.
I Liberali ticinesi potevano confluire nell’UDC? Certo, ma non tutti sono inclini a farlo oggi, con l’aria che tira, gli attacchi che si succedono e che hanno non sempre un piano politico dietro, ma solo attacchi personali. Se lo faranno domani, io ne saró molto felice, ma molte cose saranno cambiate in Ticino, almeno spero, e avró fatto quel poco che posso per aiutare. Come sempre.
Alberto Siccardi
Pubblichiamo volentieri questa lettera di Alberto Siccardi perché, innanzitutto, la sua è una lettera di una persona tuttora amica dell’UDC, che per il partito ha fatto e vorrebbe continuare a fare molto. In secondo luogo, perché l’eccessivo avvicinamento alla Lega che ci rimprovera è una critica che proviene, tutto sommato, in parte pure dall’interno del nostro partito, anche se lo si è accettato per puri motivi di “Realpolitik”.
Poi, riconoscendogli peraltro l’assoluta buona fede, non concordiamo con Siccardi sul metodo utilizzato per questo tentativo di “ricuperare alla destra i fuoriusciti dal PLRT” perché, fondando un nuovo partito si frammenta la destra, non la si compatta. E perché con questo ragionamento ci si limita al solo fronte ticinese, il cui spazio di manovra è spesso limitato dal superiore diritto federale, sorvolando bellamente sul fatto che l’UDC a livello nazionale è il maggiore partito, praticamente l’unico partito di destra di importanza nazionale. È anche l’unico partito che può portare avanti, e lo sta facendo contro tutti gli altri con la sua iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa, il ritorno al contingentamento degli stranieri – inclusi i frontalieri – secondo le necessità dell’economia ma con priorità alla manodopera indigena, esattamente come auspicato da Siccardi nella sua lettera. Una cosa che né la Lega, né tantomeno un nuovo partito con tutta la buona volontà, sono in grado di fare.
Nonostante l’entusiasmo e la convinzione dei suoi fondatori, personalmente crediamo che l’esperimento non porterà ai risultati da essi auspicati, non perché siamo rosi da una bieca gelosia, ma semplicemente perché – Lega a parte, che è un fenomeno a nostro avviso irripetibile – è una strada che è già stata battuta invano da molti in passato.
Come abbiamo già avuto modo di dire, speriamo vivamente che – se il risultato alle prossime cantonali sarà quello che paventiamo – il nuovo movimento confluirà armi e bagagli nell’UDC rafforzando allora sì davvero la destra cantonale. Ma avremo perso un sacco di tempo.
Eros N. Mellini