La polizia di Washington ha fermato l’attore George Clooney durante una manifestazione di protesta di fronte all’ambasciata del Sudan.
Mercoledì scorso Clooney aveva parlato di fronte al Congresso per denunciare la “campagna di morte” in corso nel paese africano. Aveva ottenuto dal presidente Obama la promessa di fare pressioni sul presidente cinese Hu Jintao, sostenitore del suo omologo sudanese Omar el Bashir.
Un incontro tra i due è infatti previsto a Seoul, nella Corea del Sud, il 26 marzo.
L’attore è appena rientrato dal Sudan, dove da mesi, e nell’indifferenza della comunità internazionale, sono in corso violenti combattimenti tra fazioni rivali.
A motivare l’arresto è stata l’inosservanza del divieto di sostare e protestare sul terreno dell’ambasciata sudanese. Oltre a Clooney sono finiti in manette anche suo padre Nick, 78 anni e diversi altri attivisti.
“Essere arrestati è sempre umiliante, ma sono contento di essere qui insieme con mio padre – ha detto l’attore secondo quanto riporta il twitter di Ann Curry della Nbc – Cerco di suscitare l’attenzione. Il Congresso e il presidente devono sapere.”
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