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Luigi Pedrazzini, ex Consigliere di Stato, si esprime oggi sul Corriere del Ticino in merito all’iniziativa di Giorgio Ghiringhelli per l’aggregazione della Grande Bellinzona e della Grande Locarno.

La definizione del territorio dei comuni è un tema di rilevanza cantonale, scrive Pedrazzini : “E’ anche per questa ragione che il Governo cantonale ha avviato con determinazione, verso la fine degli anni ‘90 del secolo scorso, il processo di riforma dei comuni.
Ci si era resi conto che l’intero Cantone poteva trarre grandi vantaggi dalla nascita di nuovi comuni mediante aggregazione di quelli preesistenti.
Il rifiuto della popolazione interessata di prendere in esame una modifica dei confini comunali per dare vita a enti più progettuali e dinamici può danneggiare l’intero Ticino.
Non si può tacciare l’iniziativa Ghiringhelli di “antidemocratica”. Non lo è nella forma, perché agisce sul piano dei diritti democratici nell’assoluto rispetto della Costituzione, non lo è nella sostanza perché il futuro delle città del Sopraceneri interessa tutta la comunità cantonale.”

Quest’ultima frase sembra andare in risposta a Fabio Badasci, il deputato della Lega dei ticinesi che il 14 marzo scriveva, anche sul Corriere del Ticino : “Poco democratica ma molto dittatoriale l’iniziativa popolare costituzionale lanciata dal signor Ghiringhelli e sostenuta da illustri personaggi politici ticinesi, atta a far votare tutto il Cantone per costringere il Locarnese ed il Bellinzonese ad aggregarsi.
I processi di adattamento dei livelli istituzionali o territoriali presenti su una specifica regione vanno decisi dai cittadini di questo consesso e da nessun altro.”