La follia di un soldato statunitense che domenica, nella provincia di Kandahar, ha ucciso 16 civili ha provocato la collera del governo di Kabul. Il Parlamento afghano esige che il milite venga processato pubblicamente da un tribunale del luogo. Chiaro preludio alla pena capitale.
I talebani hanno deciso di non tollerare oltre la prepotenza delle truppe occidentali e hanno giurato vendetta.
Una nuova crisi dunque, dopo il rogo di alcuni esemplari del Corano ad opera di un ufficiale americano e dopo la foto che mostra soldati USA mentre urinano sghignazzando sopra cadaveri di uomini afghani.
Una crisi che in un contesto di disimpegno internazionale fragilizza le già deboli relazioni tra Washington e Kabul.
Il presidente afghano Hamid Karzaï ha denunciato “un atto imperdonabile” e ha chiesto spiegazioni al presidente Obama, il quale ha assicurato che i colpevoli di questo massacro verranno interrogati e messi di fronte alle loro responsabilità.
Insufficiente per i talebani, che in un comunicato lunedì mattina hanno giurato vendetta per ognuno dei 16 morti, uccisi “dai malati mentali americani”.
Il soldato all’origine della sparatoria è stato incarcerato nella base militare di Kandahar. La coalizione internazionale in Afghanistan, l’Isaf, per il momento non ha dato alcuna indicazione riguardo alle motivazioni del suo gesto.
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