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Burqa. In Svizzera non sarà vietato

Portare il burqa nei luoghi pubblici non sarà vietato in Svizzera. Così ha deciso lunedì il Consiglio degli Stati, affossando una mozione del Nazionale.

Il burqa: un problema insignificante in termini di cifre ha dichiarato la Consigliera federale Simonetta Sommaruga. In Svizzera viene indossato da poche decine di donne, di cui la maggior parte sono di passaggio, in vacanza o in visita ai famigliari.

Autore della mozione era il deputato vallesano dell’UDC Oskar Freysinger. Il suo testo prevedeva che chiunque si rivolge a un’autorità debba farlo a viso scoperto. Chi si copre con il burqa non può salire sui mezzi pubblici e non può avere accesso a manifestazioni pubbliche, salvo eccezioni comprovate.
Il tema è, con ogni evidenza, la sicurezza: sotto l’ampio velo del burqa possono celarsi armi o esplosivi.

Redazione

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  • Nessun problema.

    Aspettiamo la più che probabile iniziativa popolare a livello federale, che sarà la copia di quella sui minareti :mrgreen:

    L'ignoranza dimostrata dal cf sul tema islamismo é veramente incredibile. Arrivano al punto di minimizzare se non addirittura negare la realtà.

    Si vede che la Sommaruga, se é mai stata a Montreux, Losanna, ecc girava con su non le fette di salame, non i salami, ma direttamente due maiali sugli occhi :twisted:

    Per fortuna, da noi, é ancora il Popolo a comandare. :mrgreen:

  • Meglio che la MCR velata, la Simonetta !
    Scusate l'irriverenza : sono proprio "bacucche".
    Queste socialistes feministe sono le più aperte alla schiavitù delle donne islamiche (nei paesi islamici) e lo vogliono anche da noi !

    Voglio la Simonetta in burqa e il Carletto con il fez... per gli Swiss Awards

  • In Ticino non ho mai visto queste donne così coperte. Sembrano delle poltrone.
    A me non danno fastidio. Se il comportamento di una persona è educato, la loro cultura sarà sempre rispettata.
    :-D

  • Tanto per metterla sul ridere ... non ho mai visto delle persone comportarsi educatamente e neanche a me danno fastidio le poltrone, ma se anche solo oso pensare che sotto vi sono esseri umani, inorridisco.

    • Tanto per metterla sul ridere … non ho mai visto delle poltrone comportarsi educatamente e neanche a me danno fastidio le poltrone, ma se anche solo oso pensare che sotto vi sono esseri umani, inorridisco.

      post corretto :wink:

  • Non siamo tutti uguali. Io ho un grande rispetto per chi è rispettoso nei miei confronti. La mia educazione è basata sul rispetto verso tutte le persone, senza guardare la loro nazionalità.
    Se poi ci sono persone che non sono rispettose, in questo caso, con le nostre culture, mi permetterò di giudicarle male.
    :roll:

    • "Io ho un grande rispetto per chi è rispettoso nei miei confronti."

      Tu parli di rispetto e tolleranza a riguardo di uno dei simboli massimi della discriminazione e segregazione?

      Si chiama paradosso.

      • In effetti, la maggior parte delle cose che questa scrive
        sono assurde.

  • ...queste donne così coperte. Sembrano delle poltrone."

    Come si fa ad avere rispetto per delle poltrone?
    Chissà cosa potrebbero nascondere sotto quei tessuti (veli?) tanto delicati e profumati?

    >>> JtR: hai mai sentito parlare di Sindrome del molestatore assillante?

    Immagino di si! Ve ne sono di svariati tipi e li stiamo osservando tutti su Ticinolive. Pensa dall'arroganza culturale atta unicamente a provocare le reazioni peggiori dell'individuo, si è passati ad un mellifluo sistema di contatti di tipo quasi ... amoroso, che però non cambiano l'obiettivo dichiarato, vale a dire "rompere i cosiddetti co....ni!

    L'impermeabile è di rigore ... :wink:

  • Questi sono i nostri vicini di casa.

    Come fanno a rispettare il prossimo se non sanno nemmeno rispettare le opinioni delle altre persone?

    :(

    • Io sto a casa mia e voglio vedere in faccia chi mi circonda.
      Ognuno di noi è libero di stare dove meglio gli aggrada ...

      Questa CH piena di incoerenze (dei parlamentari non del popolo), per poter avere il passaporto valido, sulla fotografia non potevi mostrare un dentino né tagli di capelli e frange lunghe (taglio artistico ...), nemmeno un velo che ti nascondesse i lineamenti, mentre di fatto un qualsiasi criminale mal intenzionato può girare liberamente sotto mentite spoglie.

    • Qui c'e un grande rispetto per tutte le opinioni, e lo sai molto meglio di me: stai giocando a fare la vittima? Quando, in nome del rispetto e della tolleranza, mi vedo costretto ad accettare la segregazione e la discriminazione, dico semplicemente NO.

      Essi stessi, per primi, nei loro luoghi di provenienza, dai quali traggono la loro ispirazione e che oggi abbiamo tutti sotto gli occhi, non danno spazio ne accettano nessun tipo di diversità. Vuoi parlare un po dei cambiamenti giuridici in atto sulle coste nord-africane?

  • "Il tema è, con ogni evidenza, la sicurezza: sotto l’ampio velo del burqa possono celarsi armi o esplosivi"

    Qui il tema non è la sicurezza, ma piuttosto la strisciante compiacenza dei certi media politicizzati e di una certa classe politica di fronte ad infiltrazioni culturali a dir poco aberranti che andrebbero respinte senza nessuna esistazione a pie fermo sin dalle prime manifestazioni di intenti.

    **********************************************************************
    Leitmotiv: "In nome della tolleranza e del rispetto, sostengo e approvo uno stumento importato di discriminazione e segregazione."
    **********************************************************************
    ---> risposta: ??????????????????????????????????????????????????

  • Ecco un link che Mattinonline segnala a proposito di "consigli" che i Fratelli Musulmani danno alle loro donne:

    http//www memri.org/report/en/0/0/0/0/0/0/5143.htm

    A proposito della foto ... il malcapitato che l'ha scattata, non si ricorda più dove ha posizionato la mamma, la sorella, la sposa e chiedeva aiuto, non potendo intervenire in alcun modo (qui in Svizzera si può circolar così conciate), gli ho detto di arrangiarsi :lol:

  • Radikaler Islam: Sich nicht einschüchtern lassen

    Treibt die Angst vor radikalen Muslimen deutsche Politiker und Medien in die Zensur und Selbstzensur? Diese Gefahr sieht das Institut für Islamfragen der Deutschen Evangelischen Allianz. Es reagierte damit auf Versuche des nordrhein-westfälischen Innenministers Ralf Jäger (SPD), das Zeigen islamkritischer Karikaturen zu verbieten.

    (06. Juni 2012/idea) – Anfang Mai hatten radikal-islamische Salafisten bei Ausschreitungen in Solingen und Bonn über 30 Polizisten verletzt. Sie reagierten mit Gewalt auf Kundgebungen bei welchen z.B. Mohammed-Karikaturen gezeigt wurden. Jäger wollte dies anschliessend verbieten, unterlag aber vor Gericht.

    Das Vorgehen des Ministers sei der falsche Weg, schreibt der Islamwissenschaftler Carsten Polanz (Bonn) in einer Mitteilung des Instituts für Islamfragen. Politiker kapitulierten damit vor der Gewalt der Islamisten. Ein mögliches Verbot islamkritischer Äusserungen würden Salafisten als Erfolg ihrer Einschüchterungspolitik verbuchen.

    Das Vorgehen Jägers erinnere an den sogenannten „Flaggenskandal“ von Duisburg im Jahre 2009. Damals hatte sich die Polizei gewaltsam Zugang zu einer Wohnung verschafft und dort eine von aussen sichtbare israelische Fahne entfernt. Damit sollten gewaltbereite Islamisten von einer Strassenschlacht abgehalten werden. Polanz: „Sollten sich solche ‚De-Eskalationsstrategien‘ durchsetzen, würden zukünftig immer stärker gewaltbereite Islamisten bestimmen, wer wann und wo welche Meinung äußern darf.“

    Auch Medien stehen laut Polanz in der Gefahr, vor islamistischer Gewalt zu kapitulieren und sich eine islamisch definierte Selbstzensur aufzuerlegen. So habe sich der Generaldirektor der britischen Rundfunkgesellschaft BBC, Mark Thompson, 2008 dafür ausgesprochen, angesichts möglicher gewaltsamer Bedrohungen über den Islam anders zu berichten als über andere Religionen. Seine Begründung: Muslime werteten Angriffe auf ihre Religion als eine Form des Rassismus.

    Polanz zufolge lässt man sich damit auf die Argumentation von Islamisten ein. Sie erklärten die Unterlassung jeglicher Kritik am Islam zur Voraussetzung gesellschaftlichen Friedens. Damit entstehe die paradoxe Situation, dass ein Sender die vollkommene Friedfertigkeit einer Religion betone, sich aber zugleich vor der Gewaltbereitschaft ihrer Anhänger fürchte.

    Fonte: factum-magazin.ch

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