La crisi finanziaria e bancaria europea si è trasformata nel 2011 in una crisi del debito, con la conseguente messa in questione della sopravvivenza dell’euro.
La pessima immagine dell’Unione europea non è giustificata, commenta l’ex Cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer intervenendo sul quotidiano portoghese Público: “Mettendo a confronto l’Unione europea con gli Stati Uniti e con il Giappone (dove il debito pubblico raggiunge il 200% del Pil) ci si rende conto di come l’UE non meriti di essere degradata come invece accade.
Nel settore dell’impiego e del risparmio privato le prestazioni europee restano complessivamente elevate. Inoltre, la bilancia commerciale è in linea con i livelli internazionali.
Lo scetticismo nei confronti dell’euro e dell’Unione europea si spiega con il fatto che dalla primavera 2010 i dirigenti europei passano da un summit all’altro, rimediando ogni volta presunte soluzioni alla crisi che non portano a nulla o che giungono troppo tardi.
Economicamente e politicamente i dirigenti europei non hanno messo in campo tutto quanto è in loro potere. I mercati finanziari che all’inizio pensavano di riuscire a domare oggi li tengono ancora in pugno.
… In Europa l’unica soluzione è un nuovo trattato fra nazioni, generazioni e classi sociali e questo significa dover fare delle scelte molto difficili.”
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