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Ultima tornata del lungo ciclo elettorale iniziato nell’aprile 2011, le elezioni comunali dell’aprile 2012, con l’importante assenza di Lugano (dove l’appuntamento con le urne è stato procrastinato all’anno prossimo), potrebbero riservare delle novità e un mutato quadro politico in alcuni Comuni ticinesi.

Equilibri partitici
Sul piano strettamente partitico, voler creare delle similitudini fra l’evoluzione del voto cantonale o federale e quello comunale non ha molto senso, perché sappiamo fin troppo bene come le logiche e le dinamiche siano sostanzialmente diverse fra questi ambiti.
Non foss’altro che per lo stretto legame che intercorre tra cittadino e Comune (il primo gradino della scala istituzionale) nelle realtà locali, dove c’è maggior controllo sociale (anche da parte dei partiti) sul corpo elettorale, dove sussistono forti interrelazioni personali e affettive e dove i problemi cantonali e federali vengono in qualche modo filtrati o subordinati ad altri maggiormente – talvolta emotivamente – sentiti dai cittadini.
Non è una fatalità la pletora di liste civiche legate alla specificità del singolo Comune, anche se, a onor del vero, spesso tali liste camuffano formazioni politiche ben identificabili.
Problemi legati alla sicurezza (divenuti sempre più importanti negli ultimi anni), ai flussi migratori, all’imposizione fiscale indiretta (dalla tassa sul sacco dei rifiuti ai balzelli di vario tipo) e diretta (i moltiplicatori d’imposta hanno pur sempre il loro peso, eccome se l’hanno!), ai punti di riferimento locali (scuole ecc.) rendono alcune problematiche simili in quasi tutto il Cantone.
Su questi punti, i partiti hanno ampiamente modo di profilarsi. I successi ottenuti dalla Lega, nel frattempo radicatasi nel territorio, e in minor misura dall’UDC, non sono incomprensibili o casuali.
Gli spazi vuoti lasciati talvolta dai partiti storici, destinati – fortunamente – ad essere sempre meno “partiti famiglia” e le mancate risposte ad alcune esigenze dovrebbero far riflettere anche nelle realtà locali.

Cambia la geografia dei Comuni
C’è indubbiamente un fattore che negli ultimi anni ha modificato sostanzialmente la geografia dei Comuni e i loro equilibri ed è quello delle aggregazioni comunali, un processo, piaccia o meno, ormai irreversibile, che ha stravolto il peso specifico delle realtà territoriali.
Nel Luganese e, in misura diversa, anche nel Mendrisiotto, il cambiamento è stato sostanziale, tanto che oggi, di fatto, nel Sottoceneri non esistono più zone periferiche nell’accezione classica della precedente politica regionale, per cui assistiamo ad una sorta di urbanizzazione diffusa, che non sempre è però rispecchiata nell’offerta dei servizi forniti al cittadino. Anche in questo ambito, qualche modifica dovrebbe essere apportata, programmando diversamente il futuro sviluppo socio-economico e territoriale.

Capriasca
L’apripista che perse la pista. Nel 2001, quando venne concretizzata la “fase 1” della fusione in Capriasca, apripista delle aggregazioni comunali a livello cantonale, i cinque consiglieri di Stato allora in carica garantirono, in una serata pubblica tenutasi a Tesserete, la nascita di un Comune modello.
I fatti hanno dimostrato qualcosa di diverso. Il territorio dell’area è indubbiamente pregiato, a ridosso della città di Lugano. Peccato però che, a distanza di 10 anni, non esista ancora un nuovo piano regolatore, un progetto di valorizzazione territoriale e che i vecchi problemi sul tappeto (in primis l’edilizia scolastica) siano ancora tutti lì, irrisolti.
Eppure, il Cantone ha stanziato importanti fondi per l’aggregazione, sia nella prima che nella seconda fase, ma il Comune seguita finanziariamente ad arrancare ed è costretto a far capo ai contributi milionari ricorrenti del fondo di livellamento.
Al di là delle scarse risorse finanziarie, quello che più rattrista è però la mancanza di progettualità, dopo un’iniziale fase d’entusiasmo, e quello stare fermi al palo, mentre intorno molto sta cambiando. Sarebbe tuttavia ingiusto e ingeneroso attribuire agli amministratori comunali attuali tutte le colpe (sicuramente potevano evitare di proporre la balorda tassa sul sacco dei rifiuti, letteralmente polverizzata dal voto popolare referendario), ma è venuto il momento anche per uno dei più importanti -territorialmente parlando – Comuni del Luganese di riorientare la propria politica di sviluppo, guardando al polo di riferimento cittadino.
Alla vigilia delle elezioni comunali, sarebbe il caso da parte degli attori politici sulla scena di dare qualche significativo segnale.

Iris Canonica