Si conferma la transumanza dei lingotti d’oro alle frontiere tra Italia e Svizzera, soprattutto verso Lugano.
Un fenomeno iniziato nell’agosto 2011, quando già si segnalavano coppie sulla cinquantina, apparentemente in vacanza, lavoratori autonomi, capi d’azienda, liberi professionisti che venivano in Ticino per depositare i loro risparmi, i loro titoli e i loro lingotti d’oro.
In pratica i loro beni, scrive oggi Marcelle Padovani sul giornale francese Le Nouvel Observateur: “Nel solo mese di settembre 2011 sono passate oltre 13 tonnellate di lingotti d’oro. Due volte in più rispetto al settembre 2010.
Inizialmente si trattava di sottrarre capitali (la ricchezza di una vita) alla prevedibile crisi dell’euro e al possibile default dell’Italia. Il fenomeno si è accentuato nel corso dell’ultimo trimestre 2011, per esplodere letteralmente a gennaio e febbraio.
Al punto che le banche di Lugano sono obbligate a prendere in affitto le casseforti negli hotel per depositarvi i tesori provenienti dall’Italia.
Nei loro caveau non c’è più posto “per soddisfare l’enorme richiesta proveniente dalla clientela italiana” come ha detto un banchiere ticinese.
Nel 2011, 11 miliardi di euro avevano lasciato l’Italia. I sequestri di liquidità alla frontiera sono aumentati di oltre il 50% nel terzo trimestre 2011, mentre le esportazioni di lingotti verso la Svizzera sarebbe aumentata, nello stesso periodo, dal 30% al 40%.
Quale è il motivo congiunturale di questa febbre esportatrice? La possibile imposta sul patrimonio che il governo di Mario Monti potrebbe decidere.
Per evitarla c’è chi utilizza il buon vecchio sistema della valigia piena di soldi o di lingotti d’oro, come conferma un’inchiesta del settimanale italiano L’Espresso.
… Gli Svizzeri non hanno fretta di confermare l’importante afflusso di ricchezza che li sommerge. Sì, dicono le banche unanimi, c’è stato un certo aumento delle importazioni in oro provenienti dall’Italia, ma non nelle proporzioni indicate dalla stampa.
Dietro queste dichiarazioni di facciata si indovina il desiderio di non attirare troppo l’attenzione e di essere considerati un rifugio dei capitali clandestini.
Invece, da parte del governo italiano potrebbe esserci un calcolo dietro la rumorosa denuncia della transumanza dei capitali.
Potrebbe trattarsi di una strategia di intimidazione del primo ministro italiano Mario Monti. Esperto economista, esperto finanziere e giurista internazionale, Monti sa bene come muoversi.”
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