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Replica all’interr. di S.S./Verdi del 24.2.2012

“… quanti perfetti e inutili buffoni” (Franco Battiato)

Le regole della comunicazione suggerirebbero di non replicare all’ultima interrogazione del sig. Savoia che per indole cerca disperatamente una ribalta, un palcoscenico, fosse persino la panchina di un parco da cui far sfoggio del suo eloquio palesemente vuoto di senso.
Per questo mi pare anche evidente che il patetico attacco di Savoia nei miei confronti sia in parte riconducibile alla frustrazione per la sua sconfitta del 5 giugno 2011 nella votazione popolare “Per un’AET senza carbone”, che probabilmente non ha ancora digerito.

Quanto ai presunti conflitti d’interesse che Savoia e i Verdi sembrano intravvedere tra la mia probabile, ancorché non ancora avvenuta (visto che Savoia&Verdi non si sono accorti che l’assemblea si terrà solo il prossimo 10 maggio), elezione alla presidenza dello Swiss Shippers’ Council (SSC) e la mia carica di Consigliere nazionale prendo posizione come segue:
1. Non hanno letto e/o non hanno capito che lo SSC non è una lobby di autotrasportatori ma un gruppo d’interesse che riunisce tutti i vettori di trasporto (strada, ferrovia, aria, acqua).
Sul sito dello SSC si possono leggere i nomi dei 267 membri che formano l’associazione, la maggior parte aziende, tra cui Coop, Migros, Manor, Swiss Post International, ditte che producono attrezzature per ospedali, farmaci (Roche), vestiti (H&M), carta (Perlen Papier), macchine da cucire (Bernina), scarpe (Charles Vögele), stampanti (Hewlett Packard), mobili (Ikea), cioccolata (Lindt& Sprügli), orologi (Omega, Rado, Rolex, Swatch Group…), e ancora banche, fiduciarie, assicurazioni, le cremine antroposofiche che piacciono tanto ai Verdi (Weleda) e persino il CICR (ovvero la Croce Rossa!)
Non si tratta quindi di una lobby di autotrasportatori e tantomeno di un’organizzazione criminale che difende il trasporto su gomma, bensì di un’associazione che raggruppa aziende che devono risolvere i loro problemi di logistica e di trasporto.
Basti pensare che l’Associazione svizzera degli autotrasportatori ASTAG, gruppo d’interesse per eccellenza degli autotrasportatori, non è membro dello SSC per capire quello che persino i paracarri hanno già inteso e cioè che lo SSC non è una lobby di autotrasportatori.

2. Problema cognitivo, difficoltà di comprensione o malafede? Il tribuno “Verde” scrive “lo SSC difende gli interessi degli autotrasportatori rispetto alle imprese di trasporto private e pubbliche in Svizzera e all’estero”.
La domanda 2 dell’interrogazione rafforza la connotazione negativa a questa traduzione, definendo lo SSC “lobby degli autotrasportatori che, come visto, per statuto ritiene lo Stato ed i trasporti pubblici suoi antagonisti”.
In realtà la traduzione corretta dell’art. 2 sia nella versione tedesca che quella francese è: “lo SSC difende/salvaguarda gli interessi dei trasportatori di merci nei confronti delle imprese di trasporto private e pubbliche in Svizzera e all’estero”.
La forzatura di Savoia è palese e fa sorgere il dubbio di una scarsa padronanza di non una bensì due lingue nazionali. A meno che questa forzatura non nasca dalla malafede di chi vuole gettare discredito verso un avversario politico che in tempi recenti ha inferto al rais dei Verdi nostrani una sonora quanto inattesa sconfitta.

3. Volpe in un pollaio o pollo che si crede un’aquila? Da sempre nelle commissioni parlamentari federali e anche cantonali siedono politici che rappresentano diverse aree d’interesse.
L’attuale presidente dimissionario dello SSC, Rolf Büttiker, era un consigliere agli Stati del Canton Soletta e sedeva nella Commissione dei trasporti e delle telecomunicazione del Consiglio nazionale.
Ciò non ha mai indignato gli Svizzeri, perlomeno chi ha una vaga idea del funzionamento della nostra democrazia di milizia.
Ma se si volesse seguire il contorto pensiero di Savoia bisognerebbe d’ora in poi escludere dalle commissioni parlamentari tutti i rappresentanti delle lobby, incluso il WWF (come lui e il suo collega Maggi o la grigionese Silvia Semadeni, presidente di Pro Natura), delle aziende private che si occupano di energie rinnovabili (es. la sua collega Gysin, che lavora per la Reninvest).
Poi, nemmeno gli stessi rappresentanti dell’Iniziativa delle Alpi potrebbero essere membri della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni (Pedrina, che ne è presidente, ne faceva parte sino allo scorso anno); i medici non potrebbero esprimersi sulla sanità; ma ad esserne esclusi ci sarebbero pure i pianificatori, i sindacalisti, e tanti altre volpi travestite o meno e galline spiumate e non, che Savoia per strabismo vede sempre da una parte ma mai dalla sua.
La “sfrontatezza” (per citare ancora S.S.) è semmai quella di chi (ab)usa dello strumento dell’interrogazione parlamentare per creare ad arte un caso che non esiste.

4. Chi difende gli interessi del Ticino e chi no. Ho sempre difeso l’ipotesi di un completamento del tunnel del Gottardo, posizione nota ai miei elettori prima ancora di accedere al Consiglio nazionale. Credo poi che un fautore del completamento del tunnel abbia il medesimo o forse maggiore diritto di rappresentare gli interessi del cantone nei gremii e nelle commissioni federali di un iniziativista delle Alpi che vorrebbe invece isolare il Ticino dal resto della Svizzera per tre anni.
Checché ne scriva Savoia la veste in quale parlo è nota da tempo e non occorre un’interrogazione per chiarirla all’opinione pubblica, soprattutto se formulata da un voltamarsina che è riuscito a promuovere alleanze spurie per meri fini personali ed elettoralistici che poco hanno a che vedere con i veri interessi dei Ticinesi.

In conclusione, considero l’interrogazione frutto di malafede e disonestà intellettuale, un atto pretestuoso e strumentale speso nei miei confronti, motivato solo da ragioni populistiche che poco hanno a che fare con la politica e men che meno con le problematiche ambientaliste che il Verde sabaudo dovrebbe rappresentare.
A ben guardare ad essere “fuori controllo” è semmai la boria e la smania di protagonismo di Savoia, con il quale personalmente intendo continuare a combattere confrontandomi sui temi e sulle proposte e non per il tramite di insulse interrogazioni.

Fabio Regazzi
Consigliere nazionale