Gli Stati della Zona euro hanno raggiunto l’accordo per versare al governo greco 130 miliardi di euro, la seconda parte di un faraonico piano di salvataggio: 240 miliardi di euro in totale, di cui una prima rata da 110 miliardi versata nel maggio 2010 e il tutto per scongiurare il fallimento del paese.
L’accordo, che non risolverà tutti i problemi della Grecia, è stato concluso questa notte, dopo 13 ore di trattative serrate tra i ministri delle Finanze della Zona euro.
Entro il 2014 alla Grecia saranno dunque versati nuovi prestiti per un totale di 130 miliardi di euro. I creditori privati hanno accettato di perdere il 53.5% della loro parte del debito greco, complessivamente una perdita pari a circa 107 miliardi di euro.
Questi i punti principali dell’accordo:
Con la contribuzione del settore privato e pubblico il rapporto debito/Pil della Grecia, oggi al 160%, dovrà arriverà al 120,5% nel 2020.
Una commissione BCE, UE e FMI resterà nel paese per monitorare la situazione e assistere il governo durante lo svolgimento del programma di tagli al bilancio e conseguenti riforme.
La Banca centrale europea distribuirà alle banche centrali nazionali i profitti sui titoli greci nel suo portafoglio. Le banche centrali li verseranno ai rispettivi Stati, se questi li avevano versati alla Grecia nell’ambito della riduzione del suo debito. Le banche centrali che detengono titoli greci rinunceranno ai profitti fino al 2020, per alleviare il debito di Atene del’1,8%.
I creditori privati accettano di perdere il 53.5% della loro parte di debito.
Gli Stati della Zona euro abbasseranno in modo retroattivo gli interessi sui prestiti concessi ad Atene nel 2010 nell’ambito del primo programma di aiuti. Questo consentirà di ottenere 1,4 miliardi di euro che taglieranno del 2,8% il debito della Grecia.
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