Attraverso un atto parlamentare, I Verdi sommano a circa 270 milioni di euro la perdita dell’azienda ticinese, si legge oggi sul quotidiano La Regione : “Se poi il prezzo della materia prima dovesse aumentare e il cambio dollaro/euro dovesse rimanere sfavorevole non è da escludere che questo bilancio peggiorerà ulteriormente.
Secondo gli ecologisti ricostruendo il prezzo dell’elettricità di Lünen prendendo quale punto di partenza le informazioni contenute in messaggio governativo e nel rapporto della commissione parlamentare, nonché calcolando l’evoluzione del mercato degli ultimi anni “si arriva a un costo di 68 euro al MWh. Considerando che l’energia sul mercato tedesco oggi costa 51-53 euro al MWh, il maggiore costo è di 15 euro per MWh … Considerando i 900 GWh che Aet dovrà ritirare in base alla propria partecipazione, questo comporterà maggiori costi per 13,5 milioni di euro all’anno rispetto a ciò che l’azienda avrebbe potuto pagare approvvigionandosi sul mercato.”
Il quadro problematico dell’operazione viene evidenziato ricordando che una sentenza dell’Alta corte amministrativa di Münster ha invalidato la licenza edilizia della centrale, che AET possiede in misura del 15%, imponendo la rielaborazione del progetto per ridurre l’impatto ambientale.
“Ai costi calcolati, puntualizzano i Verdi, vanno aggiunti quelli fissi di gestione della centrale (non noti) e quelli del trasporto di energia – si legge ancora nell’articolo – nonché le uscite per il fondo per le energie rinnovabili che, nelle intenzioni dei fautori del controprogetto all’iniziativa “Per un’AET senza carbone”, avrebbe dovuto essere alimentato con i proventi della partecipazione a Lünen.
Il versamento per le rinnovabili dovrebbe costare altri 5,4 milioni di franchi all’anno.
Gli ecologisti chiedono al governo quali siano state le valutazioni su prezzi e costi fatte da AET, a quanto ammontano i costi operativi della centrale, chi si assumerà la responsabilità politica qualora si dovesse verificare davvero una perdita finanziaria milionaria e quale sarà la strategia dell’azienda per farvi fronte.”
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Bella domanda dei Verdi. Affaire à suivre.
Le cave di sabbia (inerti ) di Saltrio (del podestà Franzi) sono già allertate, come sempre accade quando si tira in ballo l'AET.
Vuoi vedere che ancora una volta il Nano aveva ragione?