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Tu B'Shevat. Per gli ebrei la terra di Israele è più sacra del Messia

La Bibbia ricorda che il Signore creò i frutti il terzo giorno, prima della vita animale, che apparve nel quinto giorno della Creazione e della vita umana, che apparve il sesto giorno.
Si dice che l’Albero della vita al centro del Paradiso terrestre avesse dodici frutti. Un numero simbolico, il segno di un rinnovamento ciclico.
Questo albero, l’Albero della Conoscenza o della Scienza del Bene e del Male era lo strumento della caduta di Adamo e Eva, così come l’Albero della vita sarà in seguito il segno della redenzione di Israele.

Per capire quanto grande sia l’importanza che gli ebrei danno agli alberi e alla coltivazione della terra di Israele, nei giorni in cui si celebra la festa di Tu B’Shevat, il Capodanno degli alberi (quest’anno l’8 febbraio), si usa ricordare un celebre Midrash, Rabbi Yohanan Ben Zakaï, il quale diceva: “Se a un uomo che sta piantando un albero qualcuno venisse ad annunciare l’arrivo del Messia, questo uomo non dovrebbe avere esitazioni: prima dovrebbe piantare l’albero e solo dopo andare ad accogliere il Messia.”

(Ticinolive(JSSNews.com)

Redazione

View Comments

  • Per ogni Popolo la loro terra è sacra!
    Questi signori stanno per attaccare un altro Paese, di sana pianta tra l'altro, e ci vogliono sempre far credere di essere Santi ?
    Scemo chi ci casca.

    • Sei in malafede, o é "solo" faziosità, la tua?

      Ometti di dire, che Israele é costantemente minacciato, da chi vorrebbe cancellarlo dalle carte geografiche!

      • Tu saresti quella che va in gir con la bandera israelina insieme a crociato Templare, ad aizzare le masse su portale concorrente, vero ?
        Studia la politica estera Svizzera, gnucca!
        Qui è un terreno neutrale,sei in vena di guerra ?
        Camel e barchetta..
        ma guarda un pò che elementi che abbiamo in giro, ma sa pò!

        Chiedo venia alla Red, ma quando ci vuole ci vuole!

        • Quando confidi a terzi, quali nick usi, sui vari portali, dovresti poi anche ricordarti, a chi l'hai detto, onde evitare di fare figure di emme, caro "pseudo saggio".

          Io, di questi problemi non ne ho, visto che ho un solo nick, da anni. E fieramente, essendo amica di Israele, ne espongo la bandiera.

  • "di sana pianta" --> sicuro sicurissimo?

    E non preoccuparti per la presunta santità..un angellino non vivrebbe nemmeno un istante circondato da lupi.

  • Per gli ebrei ortodossi, fin che manca un pollice di territoio alla "Terra promessa" il Messia non verrà. I non praticanti, e ce ne sono, in molti lo pensano pure anche se per altri motivi, atavici.
    Che poi sono mediterranei, e se succede il patatrac non vi dico, peggio dei Balcani che sono giä un grosso problema per l'Europa.
    Anche se noi non vogliamo entrarci in quella che stanno "distruggendo", noi siamo europei e "mediterranei"... almeno per il clima.
    Pensateci su, non c'è proprio niente da filosofare.

  • Non tanto per difendere Tiger - che sa farlo benissimo da sola - ma solo per dirti che è pur sempre preferibile la vista della sua natica piuttosto che la tua :-)

    Con il livore che ti porti addosso non ti rendi neanche conto che il portale non è nostro e soprattutto non è ad uso esclusivo TUO :-)

      • Ciao Candide :wink:

        ci sono personaggi, come lo stalkerpsyconarcisista, di cui non si vede minimamente una differenza tra il culo e la faccia :mrgreen:
        Peli compresi :mrgreen:

    • Per aiutarti nel tuo processo di crescita (indispensabile), ti segnalo 214 pagine di vita vissuta, di storia della città che è nel cuore e nella mente di tutti noi, per il suo passato e per ilsuo futuro.
      "A Gerusalemme" Edizione Rizzoli - di Fiamma Nirenstein.
      Buona lettura.

  • Fiamma Nirenstein, A Gerusalemme (ed. Rizzoli)

    La Stampa, 14 febbraio 2012 di Elena Loewenthal

    “Gerusalemme fa girare la testa a chiunque": comincia così A Gerusalemme (Rizzoli, pp. 214, 18), con questa strana ma innegabile verità, il nuovo libro di Fiamma Nirenstein. È vero, fa girare la testa. Forse perché è l’unico posto al mondo che ti azzanna con la nostalgia quando sei ancora lì. Lontani, il rimpianto di non esserci diventa più dolce, quasi malinconico. Ma di fronte a quel paesaggio, al carico che la città si porta addosso, la nostalgia è feroce, inguaribile: ci sei e sai che non l’afferri. Che ti sfugge se non altro perché Gerusalemme ha anche un altro primato: un nome duale che è lo specchio della sua doppia natura. Gerusalemme è città di terra ma anche città celeste. Da che mondo è mondo, e secondo la tradizione ebraica il mondo è mondo da quando è cominciato qui, Gerusalemme è doppia. Ma è anche confine fra il deserto e il suo contrario, frontiera nitida che segna l’inconciliabilità dei due universi su cui la città si affaccia: il Mediterraneo, terra addomesticata da una parte, il deserto di Giudea e l’abisso del Mar Morto dall’altro.

    Nirenstein racconta questa città intrecciandone la storia e il presente con la propria esperienza personale: ne esce una scrittura appassionata, piena di vita. Di amore e di dolore, che poi sono anche gli ingredienti principali di Gerusalemme, trasudano dalla sua pietra chiara, luminosa come nessun’altra. E da quel cielo che, fuor di ogni retorica, è diverso da qualunque altro cielo del mondo. Non tanto per il colore quanto per l’aria, che ha qualcosa di speciale dentro. È una città molto più complessa e inafferrabile di quanto non ci si immagini e questo libro aiuta, se non a capirla, certo a vederla. Nel passato più lontano, nei tremendi malintesi del presente («Nel luglio del 2000, il nono giorno del summit di Camp David, Arafat se ne uscì con una novità assoluta: a Gerusalemme non c’è traccia del Tempio degli ebrei, esso è un mito, non è mai esistito» - la mistificazione tiene ancora), negli incroci inevitabili. Nella fascinazione irresistibile, come quella del beduino che vive giù nel deserto a pochi chilometri dalla città, forse ci è stato una volta tanti anni fa ma poco importa, gli basta indicarla col dito e sapere che esiste, lassù.

  • Evidentemente l'argomento suscita emozioni piuttosto forti, al punto da non essere controllabili e cadere in un inutile e insensato personalismo a livello censurabile.
    Questo blog in effetti non rispecchia affatto le performance migliori che i protagonisti hanno già offerto su Ticinolive, ma, come diceva un saggio:
    Nulla o nessuno è inutile perchè può sempre servire almeno da cattivo esempio.

      • Da sempre gli umani sentono il bisogno di trovare protezione e sicurezza. Ognuno cerca queste senzazioni come meglio crede.
        Nonostante la (tanto decantata) evoluzione intellettuale e sociale sono ancora in molti ad affidare a elementi materiali la funzione di simboli della raggiunta situazione di protezione e sicurezza.
        Spesso il lato materiale della faccenda sfugge al controllo e allora si possono sviluppare eccessi di ogni tipo e grado di gravità, al quale corrisponderanno proporzionali sensazioni di isolamento e di paura.
        In questo articolo vengono illustrate alcune di queste situazioni, alcuni blogger che mi hanno preceduto ne hanno citate altre.

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