Renato Dulbecco, premio Nobel nel 1975 per aver scoperto le interazioni fra virus tumorali e il materiale genetico della cellula, è morto lunedì 20 febbraio a Genova, a due giorni dal suo 98esimo compleanno.
Aveva la cittadinanza americana dal 1953, ma il suo legame con l’Italia è sempre rimasto forte. Infatti era considerato il padre delle ricerche italiane sulla mappa del Dna, condotte presso l’Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Milano.
La sua presenza in Italia ha lasciato tracce significative sia nei risultati scientifici sia nella difesa del valore della ricerca.
Ci si ricorda come nel 1999 aveva accettato di presentare il Festival di Sanremo insieme a Fabio Fazio, devolvendo il compenso a favore del rientro in Italia di cervelli fuggiti all’estero.
Un’iniziativa simbolica che ancora oggi prosegue nel Progetto Carriere Dulbecco promosso da Telethon.
Non è stato solo il palco di Sanremo a favorire la popolarità di Dulbecco: il suo sorriso spontaneo, la cortesia innata e il grande entusiasmo per la ricerca hanno fatto di lui uno «scienziato gentiluomo», schierato in prima fila nelle battaglie a favore della ricerca sulle cellule staminali e per reintrodurre l’Evoluzionismo nei libri scolastici.
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Una grande persona. Umile, anche se avrebbe avuto centomila motivi per "tirarsela".
Simpatico e disponibile a parlare con tutti. Un vero Signore.
R.I.P