Si è aperto ieri in Iran il processo relativo al più grande scandalo finanziario nella storia della Repubblica islamica. 32 sono gli imputati, di corruttibilità e corruzione. Alcuni di essi rischiano fino alla condanna a morte. L’indagine ha toccato anche ambienti governativi attorno al presidente Ahmadinejad, per il quale potrebbe essere in gioco persino la sopravvivenza politica.

Secondo la Reuters mediante documenti falsificati sarebbero stati garantiti crediti per 2,6 miliardi di dollari. Il denaro sarebbe servito ad acquistare ditte statali vendute dal governo conformemente ai suoi piani di privatizzazione. Ben 7 banche sarebbero implicate nelle malversazioni. Il principale accusato, un manager finanziario dotato di un largo giro d’affari, di nome Mah Afarin Amir Chosrawi, potrebbe incorrere nella pena di morte.

Secondo alcuni avversari politici del presidente, Chosrawi avrebbe avuto rapporti con il capo del gabinetto presidenziale, ciò che il governo contesta con fermezza. Il processo potrebbe nuocere seriamente all’immagine di Ahmadinejad, impegnato in una dura lotta per il potere con il leader spirituale di tutto l’Iran, ayatollah Alì Khamenei.

(Fonte: Tagi)