“Voltamarsina”, “voltagabbana”, addirittura “cinico opportunista con le idee poco in chiaro”, questi sono i titoli, ufficiali e ufficiosi ricevuti dopo essere entrato nei “Verdi del Ticino”.
Fortunatamente c’è anche qualcuno che ha preso bene la mia svolta dal partito comunista ai Verdi come “un cambiamento di rotta costruttivo e propositivo”.
Del resto, era scontato che venissi annoverato tra i numerosi cosiddetti “volta marsina”, fa parte del gioco politico e di chi ci mette la faccia senza guadagnarci proprio niente;perché solo la passione politica mi ha permesso, attraverso riflessioni personali anche molto sofferte, di rivedere alcune posizioni.
Stiamo vivendo una sorta di “tramonto” dei partiti con riferimenti ideologici al secolo scorso. Il socialismo reale e la sua applicazione pratica nel Comunismo si è dimostrato fallimentare, mentre il liberismo (attenzione da non confondere con il liberalismo) ed il neo liberismo, le dottrine politico-economiche orientate alla legge del libero mercato e del controllo ai minimi termini dello Stato ci hanno portato alla crisi economica.
Di fronte a questo dualismo fallimentare, il blocco bipartito su cui si fonda la politica mondiale, destra e sinistra, porta la gente a non capire più chi ha ragione e perché: La sinistra radicale si scontra con se stessa e con il centro-sinistra sempre per posizioni ideologiche novecentesche, la destra ed il centro-destra, che appaiono più unite rispetto alla sinistra, si guardano comunque in cagnesco perché se una parte il centro-destra è favorevole alla libera circolazione e alla concorrenza, a volte sleale, tra i salariati, la destra vera e propria ha un carattere più nazionalista e preferisce dare la precedenza, economica e lavorativa, ai locali.
In questo marasma politico del terzo millennio, parrebbe che sia il Centrismo, l’unica forza credibile. Ma quale Centrismo? Quello a cui fanno capo i partiti d’orientamento cristiano che si definiscono “moderati” ma molto più propensi a guardare verso il centro-destra, come il CDU tedesco di Angela Merkel, oppure i partiti laici come la Margherita in Italia, che si reputano di centro ma collocati invece nel centro-sinistra?
Alla fine si ritorna sempre sugli originali schemi ideologici, sinistra e destra, liberalismo e conservatorismo, e tutti i loro derivati, socialismo liberale, cristianesimo democratico e chi più ne ha più ne metta.
Intanto si fa fatica a capire che la solita massa anonima di persone che lavora e tira a campare verso la fine del mese, che paga, chi più chi meno, una crisi provocata dall’avidità di terzi, di queste magagne politiche e ideologiche se ne frega altamente.
Il progresso, per me, rimane l’unica via da percorrere, non il progressismo che viene generalmente collocato, ancora una volta, a sinistra, ma quel progressismo sano e centrato sull’importanza dell’uomo come tale (e non solo come “consumatore”) e dell’ambiente, svincolato da qualsiasi ideologia politica, in grado di vedere in forza di questa libertà intellettuale il presente ma soprattutto proiettarsi verso un futuro sostenibile per le prossime generazioni.
Non è più possibile quindi gettare fango indistintamente sulle aziende e sull’imprenditoria perché allo stato attuale sono i produttori del benessere a noi tutti caro, dall’altro lato non si può permettere che il liberismo economico trasformi lo Stato e la Politica in un docile strumento che favorisca solo l’economia e la finanza (il cosiddetto Stato minimo) perché il ruolo primario dello Stato è quello di fungere da garante del più debole, del cittadino e del lavoratore e perché l’interesse economico non superi i confini dei più basilari diritti umani.
Dove si colloca quindi De Tullio? Non si capisce bene sinistra o destra? È questo il punto, De Tullio si è collocato con i Verdi perché ha visto in questo movimento le basi di un vero partito progressista, con la sua intenzione di smarcarsi da una collocazione ideologica, in questo caso la sinistra tradizionale ticinese (a Chiasso ma anche in molti altri comuni)e di vedere la politica in un’ottica completa a 360 gradi.
Perché in gioco c’è l’ambiente, la salute del nostro pianeta e dei suoi abitanti, l’approvvigionamento energetico sostenibile, il futuro dei nostri figli e non appartengono né alla destra, né alla sinistra, né al centro.
Io non so se i Chiassesi vedendo il mio nome sulla lista Verde mi voteranno oppure preferiranno considerarmi un opportunista politico. Sta di fatto che per me conta più la forza del progresso, che il risultato elettorale personale.
Roberto De Tullio, Chiasso
6 aprile 2025 Le acque del Mar Rosso tornano a farsi teatro di una crescente…
Presso il Consolato Generale dell’Ucraina a Napoli si è tenuta una riunione operativa con la…
Queste parole in lingua aramaica furono gridate dal Cristo sulla croce, verso l’ora nona e…
Un viaggio virtuale tra Panama e Svizzera Intervista di Olga Daniele Entrando nel mondo virtuale…
alcuni anni fa In relazione all'evento culturale tenutosi al Rivellino pubblichiamo come primo documento la…
La storia poi dirà chi avrà ragione, che per salvare un barbaro abissino vorrebbero affamare…
This website uses cookies.
View Comments
Il bravo Roberto parla di tramonto e si gira verso un colore pensando di cambiare il mondo. Ma l'alba è bianca.
Il verde mi suggerisce "ul brog", il non maturo... e mi fa ricordare il consiglio datomi tanto tempo fa quando, giovane, ho voluto leggere un romanzo di Vittorini : "Lei deve ancora incanutire !" Mi fu detto con molta convinzione.
Il verde, poi, è il colore dell'Islam. Roberto è dunque in tono. Ma solo se ha fatto il pellegrinaggio alla Mecca può dipingere la sua case in verde.
Si può scherzare ? La politica è talmente seria. Voi ci credete ?