L’Eurodeputata varesina Pdl Lara Comi, segnalatasi già in passato per le sue esternazioni sui rapporti Svizzera-Italia e sulla questione dei frontalieri e dei ristorni delle loro imposte alla fonte, sarebbe ora intenzionata a portare davanti alla Commissione europea (?) la decisione presa di recente a Ligornetto di chiusura al traffico in alcune fasce orarie. Una decisione dettata dalla volontà di ridare vivibilità ad un nucleo devastato dal traffico provocato dai frontalieri che ogni giorno entrano in Ticino a lavorare, in genere uno per macchina.
Ci mancherebbe che un Comune non potesse difendere la propria qualità di vita da questo genere di traffico parassitario. All’on. Comi converrebbe comunque attendere, perché c’è la possibilità, e anche l’auspicio, che altri Comuni prendano decisioni analoghe a quelle di Ligornetto.
Personalmente non ho nulla contro la Signora Comi, che nemmeno conosco; ma l’esponente del Pdl non dovrebbe sorprendersi se certe sue iniziative, da questa parte del confine, suscitano reazioni di rifiuto. Soprattutto da parte di chi ritiene proprio dovere attivarsi affinché si possa porre rimedio alle conseguenze oltremodo negative che la libera circolazione delle persone sta avendo sul mercato del lavoro ticinese – e non solo su quello.
Sarebbe pertanto utile che l’on. Comi tenesse presente quanto segue:
1. In Ticino lavorano circa 52mila frontalieri, in continua crescita soprattutto nel settore terziario, ossia proprio in quel settore in cui la manodopera residente basterebbe e avanzerebbe a coprire le esigenze dell’economia;
2. In Ticino nel 2011 le notifiche di lavoro di breve durata (meno di 90 giorni) sono state 20mila, quando fino a pochi anni fa erano la metà;
3. I due dati sopra indicati sono semplicemente insostenibili dal profilo occupazionale per un Cantone con 320mila abitanti (ed infatti il malcontento tra i residenti cresce); essi comportano inoltre conseguenze negative, localmente anche molto pesanti, sotto il profilo della viabilità (vedi l’iniziativa di Ligornetto);
4. Dal 1° gennaio al 30 giugno 2011, il Varesotto ha esportato verso la Svizzera beni e servizi per un valore di ca 450 milioni di Fr, mentre il flusso contrario è stato di appena 150 milioni: ci troviamo dunque confrontati con un saldo positivo di 300 milioni a vantaggio della bilancia commerciale varesina;
5. Il Ticino è dunque da considerarsi uno dei più importanti datori di lavoro per i cittadini del Belpaese, come pure per le aziende della fascia di confine, e come tale andrebbe trattato dalla controparte italiana;
6. In flagrante contraddizione con il punto 5, l’ex ministro delle Finanze italiano Giulio Tremonti ha adottato una serie di misure vessatorie nei confronti della Svizzera e delle sue aziende. Tra queste misure si segnalano i Fiscovelox e le black list (tra l’altro illegali);
7. Dopo aver ricevuto per anni un trattamento da “Stato canaglia” da parte della vicina Penisola, e confrontato con l’inerzia ed il disinteresse della Confederazione (competente per i rapporti internazionali), il governo ticinese a maggioranza ha finalmente deciso di reagire, bloccando lo scorso giugno il 50% dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri.
Ciò anche in virtù del fatto che, dal 1974 (anno in cui è stato stabilito l’ammontare dei ristorni) ad oggi, le circostanze internazionali sono profondamente mutate, rendendo oggettivamente obsoleti gli accordi siglati quasi quattro decenni orsono (i quali, tra l’altro, nemmeno prevedono la reciprocità);
8. Il nuovo governo italiano non eletto del premier Mario Monti non sembra, almeno stando a quanto si è visto finora, voler adottare un atteggiamento diverso nei confronti della Svizzera rispetto a quello tenuto dai suoi predecessori, prova ne sia che i Fiscovelox sono tornati a “rifiorire” alle frontiere;
9. A fronte di tale stato di cose, è a mente del sottoscritto imprescindibile che non solo i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri rimangano bloccati, ma che si blocchi anche il versamento del 2012.
Si comprenderà dunque come le iniziative della Signora Comi (per quanto politicamente legittime) suonino, ad orecchie elvetiche, piuttosto peregrine. Probabilmente una migliore conoscenza della situazione creatasi in Ticino non guasterebbe.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi
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Dissento nel modo più assoluto sul commento di Lorenzo per quanto attiene alla gestione del traffico a Ligornetto. Prego informarsi prima di dire asinerie. Senza rancore :wink:
Concordo invece sul problema dei frontalieri che "rubano" il posto di lavoro ai ticinesi soprattutto nel terziario dove certamente non mancano persone con una formazione eccellente (in ogni caso superiore a quella dei frontalieri). Il problema è ben presente nel settore fiduciario, dove "padroni" stranieri senza scrupoli stanno esercitando un mobbing perfido sul personale svizzero rimasto ormai in minoranza.