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Liberali, liberisti e derive dei mercati – Rivo Cortonesi replica a Giovanni Merlini

Nel suo articolo “Benedetto Croce, l’apo­stolo della libertà”, apparso sul Corriere del Ticino di mar­tedì 24 gennaio nella rubrica L’OPINIONE, Giovanni Merlini lascia intendere che quel­le che lui definisce “le sciagurate derive dei mercati finanziari” siano attribuibili al libe­rismo.

Questa affermazione non ha alcun fondamento. La deriva dei mercati finan­ziari non è colpa del liberismo, ma la con­seguenza di un monopolio e di una contraf­fazione insieme, entrambi benedetti istitu­zionalmente dai liberali (non dai liberisti): il monopolio monetario esercitato dalle banche centrali, che ha loro permesso di fa­re dei “soldi di Topolino” (come ebbe a de­finirli Tito Tettamanti nel suo magistrale editoriale del 28 settembre 2011 sul CdT) dei soldi veri, e la riserva frazionaria delle ban­che commerciali, che permette di creare molti più debiti del risparmio disponibile.
Quando la materia prima per delinquere è fornita con tanta nonchalance ai mercati finanziari essi cessano di essere mercati e si trasformano in una “spelonca di ladri”. Il liberismo non c’entra un fico secco.

Rivo Cortonesi, Gravesano
Segretario dei liberisti ticinesi

Redazione

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  • Il Merlini è ancora alla ricerca di cosa sono oggi i liberali radicali (gauche caviar), cosa vuoi che capisca del liberismo e della scuola austriaca (quella che raddrizza i wienerli).

      • Si, se ti riferisci alla "spelonca di ladri". Ci sono mille maniere per "rubare" anche se i più astuti lo chiamano "prendere". :wink:

      • ... altroché !!!

        Anche dopo i discorsi di Davos (e i pareri di 1000 esperti - competenti ed improvvisati -), sono sempre più propenso a dare ragione a ... Dicolamia.

        • Sul CdT di stamani si può leggere un'intervista a Sergio Ermotti che la dice lunga sulle prossime mosse di BCE e BNS:

          DOMANDA: Nonostante tutti i problemi del­l'Eurozona, la moneta unica è an­cora forte sul dollaro e su altre va­lute. Potrà rimanere a questi li­velli?

          RISPOSTA: 
L'euro non dovrà essere troppo for­te. Ora è attorno a 1,30 dollari, ma sarebbe meglio che scendesse a 1,10 o anche a 1 in rapporto alla va­luta americana. Recupererebbe i valori di partenza e darebbe ossi­geno alle esportazioni ed alle eco­nomie dell'area.

          DOMANDA: 
E il franco, non rischierebbe di raf­forzarsi troppo sull'euro?


          RISPOSTA: C'è l'azione della Banca nazionale e poi, nel caso, bisognerebbe con­siderare che in parallelo probabil­mente il franco perderebbe terre­no sulla valuta USA, la Svizzera po­trebbe riprendere fiato su quel ver­sante.

          "C'è l'azione della Banca nazionale" dice il capo della più grande banca elvetica, il che è come dire: la via delle svalutazioni competitive tra i soldi di Topolino è quelli del Monopoli è senza ritorno.

          Se ciò si tradurrà in un'inchiappettata planetaria per chi ha messo da parte qualche sudatissimo risparmio fa niente. Quello che conta è che dei bei fichini compiti e ben vestiti, come l'intervistato, siano sempre così cortesi nello spiegarci come e da chi viene compiuto l'abuso sessuale. Vedrete che alla fine ci convinceranno che eravamo consenzienti.

          Sarebbero queste "le sciagurate derive (liberiste) dei mercati finanziari"?

          Ma quale mercato. Il mercato delle vacche è molto più dignitoso. Lì almeno le vacche sono vere e costano al contadino sudore e fatica per tirarle su.

          In questo tipo di "mercato" invece si vendono coriandoli rossi, gialli e verdi (prodotti senza fatica umana dalle rotative di stampa) nella quantità, al prezzo, e con gli interessi stabiliti a tavolino da una troika di parassiti.

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