Nel suo articolo “Benedetto Croce, l’apostolo della libertà”, apparso sul Corriere del Ticino di martedì 24 gennaio nella rubrica L’OPINIONE, Giovanni Merlini lascia intendere che quelle che lui definisce “le sciagurate derive dei mercati finanziari” siano attribuibili al liberismo.
Questa affermazione non ha alcun fondamento. La deriva dei mercati finanziari non è colpa del liberismo, ma la conseguenza di un monopolio e di una contraffazione insieme, entrambi benedetti istituzionalmente dai liberali (non dai liberisti): il monopolio monetario esercitato dalle banche centrali, che ha loro permesso di fare dei “soldi di Topolino” (come ebbe a definirli Tito Tettamanti nel suo magistrale editoriale del 28 settembre 2011 sul CdT) dei soldi veri, e la riserva frazionaria delle banche commerciali, che permette di creare molti più debiti del risparmio disponibile.
Quando la materia prima per delinquere è fornita con tanta nonchalance ai mercati finanziari essi cessano di essere mercati e si trasformano in una “spelonca di ladri”. Il liberismo non c’entra un fico secco.
Rivo Cortonesi, Gravesano
Segretario dei liberisti ticinesi
di Nicola Schulz Bizzozzero-Crivelli, curatore della rubrica Hic et Nunc che si occupa di psicologia,…
Nato nel 1939 in una famiglia di antiche origini contadine, Giovanni Caselli abbandona la scuola…
Il secondo matrimonio di Maria Stuarda, regina di Scozia, con Henry Stuart, Lord Darnley, fu…
2020 Quando ho saputo che il Club si era impegnato in favore delle attività benefiche…
di Tiziano Boccacini, imprenditore Una recente dichiarazione inattesa di Christine Lagarde indica ottobre 2025 come…
Grande paella Pontiggia oggi al Maglio di Colla, con 35 commensali 14 agosto 2016 Viene…
This website uses cookies.
View Comments
Il Merlini è ancora alla ricerca di cosa sono oggi i liberali radicali (gauche caviar), cosa vuoi che capisca del liberismo e della scuola austriaca (quella che raddrizza i wienerli).
... direi che è in affollata compagnia :wink:
Si, se ti riferisci alla "spelonca di ladri". Ci sono mille maniere per "rubare" anche se i più astuti lo chiamano "prendere". :wink:
... altroché !!!
Anche dopo i discorsi di Davos (e i pareri di 1000 esperti - competenti ed improvvisati -), sono sempre più propenso a dare ragione a ... Dicolamia.
Sul CdT di stamani si può leggere un'intervista a Sergio Ermotti che la dice lunga sulle prossime mosse di BCE e BNS:
DOMANDA: Nonostante tutti i problemi dell'Eurozona, la moneta unica è ancora forte sul dollaro e su altre valute. Potrà rimanere a questi livelli?
RISPOSTA: L'euro non dovrà essere troppo forte. Ora è attorno a 1,30 dollari, ma sarebbe meglio che scendesse a 1,10 o anche a 1 in rapporto alla valuta americana. Recupererebbe i valori di partenza e darebbe ossigeno alle esportazioni ed alle economie dell'area.
DOMANDA: E il franco, non rischierebbe di rafforzarsi troppo sull'euro?
RISPOSTA: C'è l'azione della Banca nazionale e poi, nel caso, bisognerebbe considerare che in parallelo probabilmente il franco perderebbe terreno sulla valuta USA, la Svizzera potrebbe riprendere fiato su quel versante.
"C'è l'azione della Banca nazionale" dice il capo della più grande banca elvetica, il che è come dire: la via delle svalutazioni competitive tra i soldi di Topolino è quelli del Monopoli è senza ritorno.
Se ciò si tradurrà in un'inchiappettata planetaria per chi ha messo da parte qualche sudatissimo risparmio fa niente. Quello che conta è che dei bei fichini compiti e ben vestiti, come l'intervistato, siano sempre così cortesi nello spiegarci come e da chi viene compiuto l'abuso sessuale. Vedrete che alla fine ci convinceranno che eravamo consenzienti.
Sarebbero queste "le sciagurate derive (liberiste) dei mercati finanziari"?
Ma quale mercato. Il mercato delle vacche è molto più dignitoso. Lì almeno le vacche sono vere e costano al contadino sudore e fatica per tirarle su.
In questo tipo di "mercato" invece si vendono coriandoli rossi, gialli e verdi (prodotti senza fatica umana dalle rotative di stampa) nella quantità, al prezzo, e con gli interessi stabiliti a tavolino da una troika di parassiti.