Nel suo articolo “Benedetto Croce, l’apostolo della libertà”, apparso sul Corriere del Ticino di martedì 24 gennaio nella rubrica L’OPINIONE, Giovanni Merlini lascia intendere che quelle che lui definisce “le sciagurate derive dei mercati finanziari” siano attribuibili al liberismo.
Questa affermazione non ha alcun fondamento. La deriva dei mercati finanziari non è colpa del liberismo, ma la conseguenza di un monopolio e di una contraffazione insieme, entrambi benedetti istituzionalmente dai liberali (non dai liberisti): il monopolio monetario esercitato dalle banche centrali, che ha loro permesso di fare dei “soldi di Topolino” (come ebbe a definirli Tito Tettamanti nel suo magistrale editoriale del 28 settembre 2011 sul CdT) dei soldi veri, e la riserva frazionaria delle banche commerciali, che permette di creare molti più debiti del risparmio disponibile.
Quando la materia prima per delinquere è fornita con tanta nonchalance ai mercati finanziari essi cessano di essere mercati e si trasformano in una “spelonca di ladri”. Il liberismo non c’entra un fico secco.
Rivo Cortonesi, Gravesano
Segretario dei liberisti ticinesi