Per la prima volta dal 1945 estratti del libro di Adolf Hitler Mein Kampf saranno pubblicati in Germania da un editore britannico, Peter McGee.
McGee rischia però conseguenze giudiziarie a causa del divieto di pubblicare gli scritti del dittatore nazista.
L’editore vuole pubblicare una brochure di 12-15 pagine, contenente ampi estratti del Mein Kampf. Prevede altre pubblicazioni settimanali, con una tirata media sino a 100mila esemplari.
“Tutti conoscono Mein Kampf e lo considerano una sorta di Bibbia diabolica del nazionalsocialismo – spiega McGee – ma nessuno lo ha letto, né sa che si tratta unicamente di un’opera di scarso livello.”
Mein Kempf, scritto da Hitler durante un soggiorno in carcere nel 1924, contiene elementi autobiografici e ideologici del nazismo.
Dalla fine della seconda guerra mondiale i diritti d’autore sono di proprietà del Ministero delle Finanze regionale della Baviera, che per evitare lo sfruttamento da parte di gruppi neo-nazisti ne vieta qualsiasi riproduzione.
Un portavoce del ministero regionale ha annunciato una possibile azione giudiziaria per impedire l’uscita delle brochure, ma l’editore afferma di agire secondo la legge, in quanto intende pubblicare solamente degli estratti.
L’Associazione americana dei sopravvissuti all’Olocausto e dei loro discendenti si è detta orripilata per l’iniziativa editoriale di McGee.
Il presidente del Consiglio centrale ebraico di Germania, Dieter Graumann, invece non si oppone al progetto: “La miglior cosa sarebbe che non vi fosse alcuna pubblicazione, ma se deve esserci dovrebbe essere accompagnata dai commenti pedagogici degli storici.”
Lo storico Ian Kershaw fa notare che sino al 1945 in Germania ne erano stati venduti all’incirca 10 milioni di esemplari, il che significa che in circolazione vi sono ancora molte edizioni del tempo.
A partire dal 1936, Mein Kampf divenne il regalo offerto dallo Stato ai novelli sposi. Nel 2015, 70 anni dopo la scomparsa di Adolf Hitler, il libro diverrà di pubblico dominio. Un istituto di ricerca ha già annunciato che fra tre anni pubblicherà l’edizione completa e commentata.
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Secondo me pochissimi nostri contemporanei hanno letto "Mein Kampf",
che è un libro lungo (720 pagine!) e pesante.
Mussolini si espresse così: "È un libro noioso
che non sono mai riuscito a leggere!"
Quanto al panico che può suscitare la "minaccia" di pubblicazione
occorre osservare che la Germania non ha mai superato
il trauma nazista.
A 67 anni dalla morte di Hitler i tedeschi si sentono ancora schiacciati
dal peso delle sue azioni terribili.
Flavio Maspoli (laureato in germanologia), diceva giustamente che se gratti bene, sotto ogni tedesco ci trovi un nazista.
Questo sarebbe un bel blog. Peccato che non interessi a nessuno!
Anche Bernhard Stempfle, tentò di spiegarmelo ma poi incappò nella notte dei lunghi coltelli.
Ho poi letto la versione in lingua russa tradotto da Karl Radek di quello che considero un pensiero spiccatamente antisemita nazista.
Un residuato del nazionalsocialismo (di quelli che hanno letto per intero le 720 pagine del Mein Kampf), è stato eletto presidente del parlamento europeo. Si tratta di quel "kapò" che risponde al nome di Martin Schulz che ha costantemente impedito il diritto di referendum per quei paesi (la quasi totalità) trascinati d'ufficio dai rispettivi governi di sinistra nel calderone europeo.
Nigel Ferrage, ci fa conoscere il suo pensiero su "10 minüt" di oggi (pagina 12). Da leggere.
Ho abitato per qualche anno in Germania alla fine degli anni 70. Ricordo ancora l'umiliante visita medica obbligatoria per avere il permesso di residenza. Quasi avevo paura che l'anziano Dottore mi sbattesse in un campo di concentramento.
Il mio capufficio era un caporale delle SS che aveva fatto 5 anni di campo di concentramento in Siberia. Il mio compagno d'ufficio era un pilota della Luftwaffe. Nessuno di loro ha mai espresso il minimo rimorso per quegli anni.
Ma la mia domanda ora è questa: chi ha inventato la parola NAZISMO?
Hitler e co. hanno sempre e solo parlato di NazionalSOCIALISMO!
E il partito si chiamava: Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei
E con questo cosa vorresti dire ? Tracciare un parallelo nazismo = socialismo ?
In tal caso vorrei ricordare che i più fieri avversari dei regimi dittatoriali a nord ed a sud furono proprio i socialisti, presso i quali trovarono rifugio molti dissidenti di quei paesi.
Il nostro caro paese fu tradito da esponenti, ad ogni livello, di partiti che tranquillamente si possono definire di destra. Mossi da interessi economici o anche per pura codardìa.
Ed anche nel nostro Cantone l'ormai defunta "Libera Stampa" fu l'unico quotidiano che condannò con vigore, caparbietà e coerenza i valori della democrazìa. Altri fogli (Giornale del Popolo, Gazzetta Ticinese e Corriere del Ticino), sia pure con sfumature diverse, ebbero ben altri atteggiamenti. :roll:
Ops....l'unico quotidiano che difese....
Mi scuso per il grave lapsus.
Non ha funzionato a dovere il copia incolla?
Il primo periodo di sviluppo dal nazismo nasce dal Partito dei lavoratori nazionalsocialista tedesco descritto nel capitolo 12 del volume primo, poi ripreso dal capitolo 1 del volume due.
L'ideologia nazionalsocialista è presente fin dal 1933 propagandata da Hitler e muore con la fine della seconda guerra mondiale, quando i russi sono arrivati a Berlino con due mesi di anticipo sugli eserciti alleati.
Una simile ideologia fondata su un concetto di razza, non poteva certo albergare nelle menti dei ticinesi da Airolo a Pedrinate e dal Gesero a Brissago e fu combattuta da tutte le forze politiche non solo dai socialisti (la difesero o la combatterono infine?). Caso mai qualche dubbio si potrebbe avere per qualche esponente di spicco del radicalismo ticinese (socialisti vestiti dalla festa) che qualche simpatia per il fascismo l'hanno pure avuta.
Copia incolla ? Come al solito non sai dissimulare la tua acredine verso chi la pensa diversamente da te. Sfuggi ad un confronto civile e costruttivo cambiando mi termini del confronto. Mi ci sono abituato.
Vedo che la memoria storica ti fa difetto. E' vero che la stragrande maggioranza dei ticinesi, ed anche degli svizzeri, avversò le forme totalitarie nei paesi confinanti. Ma vi fu anche chi (i capitani d'industria, una certa classe borghese, perfino l'allora presidente Pilet Golaz) che simpatizzarono apertamente con questi regimi. Mi pare che anche il buon Motta non ne fosse del tutto immune.
Con tuo grande dispiacere non vi trovo dei socialisti. E neanche dei radicali (mio padre era uno di questi e mi ha raccontato molti retroscena di quel periodo).
Vero è invece che i giornali che ho citato, in particolare Gazzetta Ticinese ma anche il Corriere del Ticino strizzarono l'occhiolino al fascismo.
Quotidiani di destra o di sinistra ? Vedi tu.
La memoria storica dovrebbe portarti a sapere chi era il podestà designato a Lugano.
L'arte di sfuggire un confronto corretto, alberga nelle tue "virtù" e citare Pilet Golaz, forse un simpatizzante dell'idea nazista, ma certamente non un traditore della Patria come vorrebbero far credere le tue fonti è essere ben prevenuto ed imbevuto delle tue teorie sinistre. Lo stesso discorso vale anche per Giuseppe Motta. A portare discredito alla nazione presso le istituzioni internazionali bastano ed avanzano Jean Ziegler, MCRey ed il Carletto Sommaruga.
Ci sono innumerevoli pubblicazioni (perfino da parte di circoli di ufficiali) che hanno definito ed inquadrato il ruolo di Pilet Golaz. Uno che simpatizzava coi nazi-fascisti non era un traditore della Patria ?
Cos'era, una mammoletta ?
Visto che sembri averne il tempo fai un giretto sul web che troverai risposte più che eloquenti.
Buona notte. :mrgreen:
Pilet Golaz fu consigliere federale dal 1929 al 1944 e come direttore del dipartimento di politica estera seppe sempre tenere un equilibrio stabile, fra le esplicite richieste tedesche,le obiezioni degli alleati e il desiderio di indipendenza della Svizzera. Qualità diplomatiche sconosciute ai rappresentanti socialisti che hanno successivamente avuto in mano la politica estera. Ha certamente costruito un suo modo di confrontarsi relativamente permissivo con il Reich tedesco (come Motta del resto) dai più giudicato un capolavoro di politica estera avveduto, riuscendo a tenere la Svizzera fuori dal conflitto mondiale (leggere invasione). Questo certamente da modo alle sinistre di sbizzarrirsi ora come allora, sulla figura politica di Pilet Golaz. Tu certamente non sfuggi a questa regola giacobina e dai corda al dizionario storico della Svizzera peraltro scritto ed aggiornato da funzionari di sinistra. Ho forse scordato di dirti che il Golaz era radicale?
La storia mi ha insegnato che non sono i soldati a fuggire davanti al nemico, ma gli ufficiali (quelli da te citati).
Leggere p.f. "Le grand mérit de Marcel Pilet-Golaz" scritto nel 1977 da Alfred Bonnet.
Pochi sanno che nel 1936 Keynes scrisse la prefazione all’edizione tedesca della Teoria generale e suggerì a Hitler di adottare le sue idee:
«La teoria della produzione aggregata, che è il punto cruciale del mio libro, può essere più facilmente adattata alle condizioni di uno Stato totalitario che alla teoria della produzione e della distribuzione di un’economia caratterizzata da libera competizione e da un ampio grado di laissez-faire».
Forse è per questo che man mano che espropriano la nostra libertà individuale gli interventi dei politici nell'economia si ispirano sempre più a Keynes.