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I paesi dell’Unione europea si sono accordati lunedì mattina per imporre un embargo sul petrolio in due tappe e senza precedenti contro l’Iran, oltre a sanzionare la banca centrale iraniana allo scopo di privare il governo dei fondi per il programma nucleare.

Oggi i ministri europei degli Affari esteri si riuniranno a Bruxelles per convalidare l’accordo, che prevede il divieto per tutti i paesi dell’UE di concludere contratti per l’acquisto di petrolio iraniano. In un secondo tempo, il 1. luglio 2012, verranno annullati tutti i contratti esistenti.
Le discussioni si sono protratte a lungo a causa della reticenza della Grecia, dipendente in larga misura dall’approvvigionamento dall’Iran. Il governo di Atene chiedeva un periodo di attesa di 12 mesi prima di tagliare i ponti con Teheran.
E’ previsto che altri paesi del Golfo sostituiscano l’Iran per rifornire i paesi europei. I ministri degli Affari esteri si impegnano a riconsiderare la situazione dei paesi che come la Grecia dipendono largamente dal petrolio iraniano e questo al più tardi entro aprile. Una misura atta a rassicurare soprattutto il governo di Atene.
L’Iran vende circa il 20% del suo petrolio agli Stati membri dell’Unione europea, soprattutto alla Grecia, all’Italia e alla Spagna.
Data la percentuale ridotta, Stati Uniti e UE stanno cercando di convincere i paesi asiatici, come l’India, a ridurre le loro importazioni di petrolio iraniano.
L’obiettivo di questo severo embargo è intensificare la pressione su Teheran affinchè accetti di rivedere il suo controverso programma nucleare, teso – a detta dei paesi occidentali – a dotare il paese di armi atomiche.
Le sanzioni riguardanti la banca centrale di Teheran riguardano il blocco dei suoi averi in Europa e il divieto di transazioni con l’istituto monetario.