La tensione tra Washington e Teheran ha iniziato ad aggravarsi nel settembre dello scorso anno. L’ultimo episodio è la minaccia iraniana di bloccare lo stretto di Ormuz in caso di sanzioni sulle sue esportazioni di petrolio.
La libera circolazione dei flussi energetici ha sempre costituito per Washington un casus belli, scrive oggi nel quotidiano francese Le Monde François Géré, direttore dell’Istituto francese di analisi strategica: “L’inasprimento delle sanzioni porta a una guerra di cui parla da sei anni. Analizziamo che vantaggi possono sperare di ottenere le parti in causa e quali rischi fanno da contrappeso.
In vista delle elezioni legislative e presidenziali del 2013, in Iran si scontrano fazioni e clan religiosi e laici : la Guida suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei, il presidente Mahmoud Ahmadinejad e suo cognato, Esfandiar Rahim Mashaïe, la potente famiglia di Ali Larijani, presidente del Parlamento. I Pasdaran, i guardiani della rivoluzione non mancano di evidenziare il loro prestigio e la loro credibilità nella tecnologia militare di punta.
Sarebbe l’occasione per rinforzare l’unità nazionale mettendo in secondo piano il malcontento generale per una pessima gestione economica che, aggravata dalle sanzioni, rende difficili le condizioni di vita.
Uno scontro diretto permetterebbe di rompere l’isolamento diplomatico regionale causato dal timore dell’arma nucleare. Per l’Iran sarebbe vantaggioso presentarsi come il solo Stato che osa sfidare la supremazia americana.
Il presidente Obama è pressato dai repubblicani e da diversi deputati democratici preoccupati per gli interessi di Israele. Per l’amministrazione americana è tempo di mostrare fermezza anche al di là dei proclami.
Gli Stati Uniti devono rassicurare gli alleati nella regione rafforzando la strategia che era iniziata due anni fa, basata sul dispiegamento delle truppe presenti in Iraq e Afghanistan verso la penisola araba, sulla difesa anti-missile e, in maniera più discreta, sulla garanzia nucleare. E’ necessario calmare l’impazienza belligerante del governo israeliano.
Per quanto riguarda i rischi, in caso di guerra Washington deve prevedere l’aumento dei prezzi energetici, il che aggraverà la crisi economica, non senza ripercussioni sulla crescita dei paesi emergenti. Si dovrà vincere la forte opposizione legata ai timori dei paesi importatori (India, Cina e Giappone).
Un altro rischio è la radicalizzazione dei governi arabi islamici moderati di recente elezione. Si deve prevedere un sollevamento regionale a sostegno dell’Iran? Anche se è lecito pensare che paesi come Iraq, Libano, Afghanistan e i palestinesi peseranno attentamente i pro e i contro.
Per contro una guerra porterà l’aumento del terrorismo e un’azione militare, anche se limitata, darebbe a Teheran il pretesto per mettere in gioco la clausola del ritiro del trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari, in nome dei suoi interessi supremi.
Per l’Iran il rischio sarebbe la sconfitta, vista la supremazia bellica degli Stati Uniti. L’umiliazione che ne deriverebbe sconvolgerebbe gli equilibri politici interni.
Di fronte a queste considerazioni restano due opzioni: limitarsi a uno scontro di dichiarazioni diplomatiche oppure fare una dimostrazione militare limitata e confusa, che permetterebbe a ognuno di trarsi d’impaccio senza troppi danni.
Quest’ultimo scenario potrebbe contribuire a risolvere la crisi nucleare favorendo la ripresa del dialogo, visto che entrambe le parti avrebbero salvato la faccia.
La situazione incita comunque alla prudenza. Non senza ambiguità, la Francia ha messo in guardia dai rischi di un attacco preventivo che porterebbe una crisi che nessuno vuole. Dopo un decennio di vani negoziati, si avvicina il momento della verità, qualunque essa sia.”
Nella notte tragica tra il 14 e il 15 aprile 1912, il RMS Titanic, il…
Indro d'Orlando │ Il caso Le Pen sta creando l’occasione per insistere nuovamente sulla necessità…
Equipaggiamenti usati e mezzi di soccorso possono fare la differenza Le unità antincendio del Dipartimento…
La Bibbia racconta che Gesù scelse 12 apostoli, o messaggeri tra i suoi discepoli più…
Il 12 aprile 2025 si è svolta la 24ª edizione della Military Cross, la staffetta…
Gli omicidi familiari d'oggigiorno NON hanno radici classiche Né tantomeno medioevali. Sono piuttosto frutto di…
This website uses cookies.