Sabato scorso, cento e più persone – docenti, educatori, professionisti, operatori culturali – hanno partecipato alla giornata di studio “La scuola e i suoi problemi: è ora di parlarne”, organizzata all’USI dall’Associazione Società Civile della Svizzera Italiana, presieduta dall’ing. Michele Moor.
I quattro seminari del mattino, ciascuno della durata di tre ore, hanno dato origine a discussioni animate e approfondite.
Le conclusioni, debitamente verbalizzate, sono state esposte in seduta plenaria dai quattro capigruppo: isp. Ritter, dir. Dillena, prof. Boschetti, prof. del Don. Due magistrali relazioni su temi scolastici sono state tenute dai docenti universitari Fabio Minazzi (Università dell’Insubria) e Tatiana Crivelli (Università di Zurigo).
Indiscutibilmente al centro dell’interesse della giornata di studio si collocava un sondaggio commissionato dall’ASCSI alla società specializzata Ad Hoc Informatica di Pietro Pisani, avente per tema la scuola ticinese con speciale riguardo a quello che può essere considerato il suo nodo cruciale: la scuola media unica.
Due i questionari: uno più breve destinato ai genitori; un altro, molto più articolato e complesso, riservato ai docenti.
L’allestimento dei questionari è stato curato dai professori Franco Zambelloni e Francesco De Maria.
Quale l’esito più sorprendente dell’operazione, almeno agli occhi di chi scrive? Senz’altro questo: la scuola media non esce così male dal giudizio dei genitori.
Per contro il seminario “Scuola media” moderato dal direttore del Corriere Giancarlo Dillena, numericamente il più nutrito e affollato di persone con livelli di competenza elevati, si è mostrato assai più critico, mantenendosi però sempre su un tono costruttivo.
In conclusione, un convegno serio e importante sul tema della scuola pubblica (ma erano presenti anche direttori e operatori di scuole private) concepito e organizzato da un’associazione non legata in alcun modo al Dipartimento. Una giornata per conoscere e migliorare la scuola. In nessun modo contro la scuola.
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