Dopo la vittoria islamista nelle elezioni legislative in Tunisia e Marocco e dopo la promessa della formazione di un governo islamico in Libia, ecco che all’avanzata dei governi islamici nel nord Africa si aggiunge anche lo scenario egiziano.
Infatti, al primo turno delle elezioni, il partito dei Fratelli musulmani (da tutti definito la forza politica meglio organizzata dell’Egitto paese) è giunto in testa, raccogliendo il 47% delle preferenze.
Queste elezioni segnano l’inizio della transizione democratica dopo tre decenni del governo di Hosni Moubarak. Il processo elettorale è iniziato il 28 novembre e durerà sino all’11 gennaio. In seguito vi saranno le elezioni per la Camera alta consultiva, che dureranno sino all’11 marzo.
I Fratelli musulmani esigono che il partito che otterrà la maggioranza parlamentare sia incaricato di formare il prossimo governo. Il futuro Parlamento dovrà nominare la commissione incaricata di redigere la nuova Costituzione.
Attualmente l’Egitto è nelle mani dell’esercito. Il capo del Consiglio supremo delle Forze armate, il maresciallo Hussein Tantawi, aveva prospettato il giugno 2012 come data limite per le elezioni presidenziali. Una volta eletto il presidente – e non prima – i militari trasferiranno il potere nella mani dell’autorità civile.
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