Onorevole Beltraminelli, le sto scrivendo una lettera aperta, una lettera che sicuramente le testate giornalistiche cartacee non mi pubblicheranno (data la lunghezza del testo) ma che alcuni portali d’informazione su internet, molto più capienti, sicuramente lo faranno.
Le voglio parlare, Onorevole, di sanità, di occupazione, di formazione, di frontalieri e perché no, di inquinamento. Non voglio permettermi, Onorevole, di calar lezioni ad un ministro, ma come professionista, seppur di “basso grado”, della salute, voglio esprimerle alcune mie considerazioni… cominciamo.
La Sanità in Ticino oggi, Onorevole, è una gatto che si morde la code. Mantenerla quindi così com’è non è salutare per i ticinesi, occorre una salto di qualità maggiore.
Siamo in un periodo di scelte difficili, ma di scelte sulla sanità e la socialità se ne parla troppo poco. In tutta Europa. Nonostante le pecche e i costi spropositati del nostro sistema socio-sanitario, possiamo dire di godere, rispetto ad altri paesi, di una sanità abbastanza qualitativa e con tempi d’attesa ridotti per quanto riguarda esami specialistici e di diagnostica. Non è abbastanza però.
Da decenni, chi ha costruito la sanità ticinese sono i professionisti italiani, che nonostante il loro discutibile sistema sanitario (dovuto perlopiù a scelte politiche) diviso in blocchi di efficienza e qualità che variano dal Nord al Sud Italia, hanno apportato in Ticino qualità e competenza, poiché la maggior parte degli infermieri italiani attualmente impiegati in strutture di cura e ospedali sono professionisti con anni d’esperienza e con un bagaglio culturale molto vasto.
Lo stesso Giualiano Bignasca, in più riprese, ha dichiarato per esempio che il contingentamento dei frontalieri nella sanità non è praticabile. Tuttavia, anche nella sanità e nella socialità, dobbiamo guardare ai nostri giovani. Si fa ancora troppo poco a livello formativo, se un italiano è allettato a lavorare nel nostro paese grazie ad uno stipendio che in euro diventa più che dignitoso, cosa incentiva invece i nostri giovani a praticare la professione di infermiere oppure operatore socio-sanitario, come me?
Il nostro lavoro è differente da tutti gli altri, in tutti i sensi. Forse, anche più importante, perché non si ha a che fare con merci o titoli di borsa, ma si ha a che fare con persone, che a noi guardano con speranza ed esigendo giustamente cure di alto livello, sia pratico che in termini di umanità. Tuttavia, nonostante l’importanza di queste professioni,la sanità è ancora ridotta a tagli, decurtazioni e soffocata dalla burocrazia. Il tutto unito da orari di lavoro molto flessibili e stipendi (per i ticinesi) non granché allettanti.
Gli interventi da attuare sono semplici, Onorevole, ovvero stanziare più fondi per la Sanità invece di tagliarli, tutelare tutti i dipendenti sanitari con un contratto collettivo impedendo il dumping salariale, aumentare il personale, che oggi viene conteggiato solo in base alle prestazioni di cura eseguite, senza tener conto degli altri aspetti di vita di un paziente degente che esulano dalle cure e snellire la burocrazia introducendo in tutte le strutture sanitarie la cartella informatizzata a prezzi vantaggiosi per gli istituti.
Migliorare quindi, la qualità di lavoro dei dipendenti per aumentare la qualità ed incentivare di fatto i giovani ticinesi ad intraprendere le professioni sopracitate, magari, lavorando di più in concerto assieme all’altro suo collega, Onorevole Bertoli, ministro dell’Educazione e quindi della formazione. I vantaggi, Onorevole, di queste misure, sono sicuro che li vede anche Lei.
Miglioramento delle cure, sostituzione graduale dei frontalieri con i locali, più integrati nel tessuto sociale ticinese e diminuzione dell’inquinamento prodotto dai lavoratori oltrefrontiera.
Sull’inquinamento, Onorevole, sono 1/3 i frontalieri impiegati nella sanità che entrano ed escono dalle nostre frontiere tutti i giorni, soprattutto da Chiasso, producendo una quantità enorme di aria malsana. Se non vengono immediatamente attuate delle riforme, prepariamoci solo al peggioramento della qualità dell’aria nella nostra regione, di cui il Mendrisiotto è il più esposto.
Temo che con l’invecchiamento della popolazione ticinese (una vera e propria emergenza nazionale che viene sottovalutata), fra qualche anno avremmo bisogno di ancora più strutture di cura per anziani. Se andremo ancora ad assumere per queste strutture lavoratori oltreconfine, stimo che molto presto da 1/3 i frontalieri saliranno a 2/3, con effetti catastrofici per l’ambiente.
Questi problemi andrebbero analizzati più seriamente, senza steccati ideologici. La nostra salute non è di centro-sinistra, centro o dentro-destra. La Salute è di tutti i Ticinesi.
Roberto De Tullio, I Verdi