Marina Carobbio Guscetti, candidata per il PS ad un seggio in Consiglio federale, vuole essere considerata a tutti gli effetti una candidata svizzera e non unicamente una rappresentante del canton Ticino.

In un’intervista rilasciata ai giornali del gruppo Hersant e al Journal du Jura, Marina Carobbio ha dichiarato: “Non mi presento solo come rappresentante di una regione geografica.”
E poi ha espresso quello che a suo modo di vedere è un dato di fatto: “Il problema è che spesso si incoraggiano i ticinesi a candidarsi, ma poi non si va oltre.”

La sua speranza è che il prossimo 14 dicembre il Parlamento realizzerà che è necessario eleggere in governo “non solo persone competenti ma anche personalità che rappresentano la diversità delle lingue e delle culture della Svizzera.”
L’esperienza per diventare membro del governo federale non le manca e fra i temi che le stanno a cuore vi è una problematica che in Ticino è sentita molto più che negli altri cantoni svizzeri, ossia gli abusi legati legati alla libera circolazione delle persone.
“Si è dovuto attendere che il problema raggiungesse le altre regioni del paese per far prendere alla questione un carattere nazionale – ha rilevato. Una situazione di poco interesse verso i problemi del Ticino che la sua entrata nel governo federale potrebbe forse cambiare.

Gli altri candidati socialisti al seggio che verrà lasciato libero da Micheline Calmy Rey sono, oltre a Marina Carobbio, Alain Berset, Pierre-Yves Maillard (che la stampa nazionale descrive come i due candidati naturali del PS) e Stephane Rossini.
Il ticket socialista per l’elezione del 14 dicembre sarà deciso nel corso della seduta del gruppo dei deputati, il 25 e il 26 novembre.
Una prima tappa importante si svolgerà domani, venerdì 18 novembre, con l’audizione dei candidati di fronte al comitato direttore del PSS. A questo stadio non dovrebbero ancora essere prese delle decisioni, ha assicurato Jacqueline Fehr, una dei vice presidenti del Comitato.