La ristrutturazione messa in atto dal gruppo farmaceutico Novartis (2’000 i licenziamenti annunciati, per un gruppo che ogni anno fa utili miliardari) riguarda anche il risparmio sui cani da laboratorio. Il mantenimento di decine di Beagles utilizzati come cavie è diventato troppo costoso e urge disfarsene.
“Non è stato ancora deciso quale sorte riservare a questi animali – ha spiegato Karin Blumer, portavoce di Novartis intervenendo sul SonntagBlick.
Le opzioni sono diverse: il trasferimento in altre divisioni dell’azienda, la vendita ad altri laboratori, il trasferimento nei rifugi della protezione animali oppure la soppressione.
Novartis deciderà entro gennaio 2012. La sua priorità è piazzarne un numero massimo nei rifugi per animali oppure trovare famiglie disposte ad accoglierli. In questa ottica sta operando congiuntamente alla Protezione svizzera degli animali.
“Se il loro stato di salute non è critico si deve dare a questi cani una seconda opportunità – dichiara Helen Sandmeier, portavoce di questa associazione – Alcuni di loro non sono mai usciti dai laboratori, non sono mai stati all’aria aperta, non hanno mai potuto correre. E’ giusto che possano vivere come veri cani.”
Secondo Julika Fitzi, veterinaria responsabile presso la Protezione svizzera degli animali, la maggior parte dei Beagles da laboratorio di Novartis sembra in buona salute.
I cani che per motivi legati alla ricerca sono stati volontariamente infettati sono logicamente malati e sarà impossibile piazzarli in un rifugio. Verranno soppressi.
Maxime Moret, presidente della Lega svizzera contro la vivisezione ritiene assurdo chiedere alle famiglie di adottare animali da laboratorio.
Secondo lui questo è il modo con cui i ricercatori cercano di ripulirsi la coscienza ma alla fine il principio è uno solo: il gruppo farmaceutico si disfa degli animali che ha sfruttato e che ora non servono più.
(Fonte: Le Matin.ch)