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Norbert Walter, ex- capo economista della Deutsche Bank: La svizzerificazione dell’Europa non è una soluzione semplice e comoda, ma sarebbe una soluzione migliore rispetto a quanto è stato fatto sinora.

Un’unione di cantoni, ossia di Stati, ognuno con la propria marcata autonomia, un governo centrale con una chiara autorità, con il potere per una regolamentazione comune.
Su questo esempio, sull’esempio del modello svizzero dovrebbe basarsi l’Europa comunitaria.

L’Unione europea, e di riflesso la Zona euro, potrebbero guardare al modello svizzero per considerare una dimensione di unità vera, un’unità che non si basi unicamente su una moneta comune.
Invece, come si è visto al recente summit del G20 a Cannes, l’Unione altro non fa che parlare di soldi. Miliardi di euro da risparmiare oppure da spendere.

Al summit del G20, convocato per trovare soluzioni atte a scongiurare il collasso dell’Europa monetaria, più che vere soluzioni si sono visti atteggiamenti “da branco”, capeggiati dal solito duo Nicolas Sarkozy e Angela Merkel.

“I paradisi fiscali saranno messi al bando dalla comunità internazionale” – ha tuonato dal pulpito il presidente francese, con la Cancelliera tedesca lì accanto che annuiva con aria greve e compassata.
Nella lista degli 11 paradisi fiscali ovviamente è ventilata la presenza della Svizzera. Svizzera contro la quale, una volta ancora, tutti si schierano agguerriti e malfidenti. Con un atteggiamento, per l’appunto, da branco. Per mostrare che al summit una qualche misura si è presa (oltre alla messa sotto tutela dell’Italia) e dunque non è proprio stato un G20 inutile.

La Svizzera che ancora una volta viene indicata come la causa del malessere e del malaffare economico europeo. La Svizzera che deve essere valutata da un Forum mondiale, che viene demonizzata perché “le sue banche fagocitano e nascondono i miliardi degli Stati e così questi Stati si trovano in miseria e questa situazione deve finire!”
E che importa se le cose non stanno proprio così. Parlare di paradisi fiscali, di segreto bancario e dei disonesti banchieri svizzeri è qualcosa che fa audience, raccoglie lo sdegno collettivo e suscita simpatia nei confronti dell’oratore. Oltre a far dimenticare i propri mali.

Tutto questo non significa che la Svizzera è un paese immacolato e privo di pecche. Non è questa la questione.
La questione è che la Svizzera da anni si sta adoperando per mettersi in linea con gli standard richiesti. La Svizzera non si nasconde dietro un dito e accetta di collaborare con le autorità fiscali di paesi terzi. La Svizzera sta collaborando, ma è invidiata. E dunque attaccata.
Perché è un piccolo paese autosufficiente. Con un rating da far invidia, con finanze sane e con una Costituzione che, malgrado le inevitabili spigolature, funziona.
Lì in mezzo all’Europa, ben visibile da tutti. Impossibile ignorarla. La Svizzera è scomoda, è un’oasi in un’Europa in crisi, in un’Europa che non osa credere nelle proprie capacità.
Per questo bisogna attaccare e sminuire la Svizzera. Per questo la Svizzera viene attaccata e sminuita.

B. Ravelli