Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/inc/ansar/hooks/hook-index-main.php on line 116

Dalle pagine del Corriere del Ticino, il giornalista Michele Fazioli commenta l’ondata di proteste che in questi giorni attraversa i paesi occidentali, manifestazioni di massa contro il sistema bancario ed economico.
Un fenomeno che Fazioli indica come la “scorciatoia dell’indignazione a intermittenza, del grido sguaiato in nome di un popolo buono contro la tirannide dei poteri (messi tutti insieme, senza distinzioni).”

Riportiamo qui di seguito alcuni passaggi del suo intervento
.

“Indignati di qua, indignados di là – scrive Fazioli – è tutto un indignarsi contro i poteri cattivi. Ora, scendere in piazza (o comunque attivarsi) contro gli abusi, il cinismo senza etica, la spregiudicatezza disastrosa di taluni poteri forti e occulti (finanzieri pescecani, banche allegre, politica corrotta) può essere, quando ci vuole, una cosa giusta.
Tuttavia insospettiscono le ondate emotive di massa e contagiose, le semplificazioni pericolose. E sempre va in scena il solito pregiudizio facile (il bene e il male come il bianco e il nero): il popolo è sempre buono, giusto, generoso e tradito; il potere (politico, economico, religioso, culturale) è sempre cattivo.
… La vigilanza civile sui poteri deve essere razionale, laica (cioè senza vizio ideologico) rigorosa, con discernimento e obiettivi chiari. L’indignazione emotiva, populista (e c’è anche il populismo di sinistra, non soltanto quello di destra) solleva ondate veementi che poi svaniranno, lasciando i furbi più furbi e i propositi falliti.
… Occorre poi dire che anche certa indignazione etica delle alte sfere politiche ed economiche è a singhiozzo, non solo quella che nasce visceralmente dal basso: ai governanti e alle banche della Svizzera, per esempio, non fa problema che i miliardi dei tiranni saldamente al potere siano nei nostri forzieri. Salvo correre a bloccarli (con indignazione) non appena i satrapi cadono in disgrazia.

Ha ragione Dick Marty quando afferma (su Opinione Liberale): “Se volessi essere cinico, direi che ci sono volute le rivoluzioni per accorgersi che questi signori sono dei dittatori.”
Insomma: sul fronte delle cose da fare per il bene comune (sono moltissime) vorrei tanto vedere all’opera talenti meno indignati ma più impegnati.”