Il processo all’ex premier dell’Ucraina Yulia Timoshenko (il cui stato di salute sembra essere migliorato dopo che era stata definitiva gravemente malata) riprenderà il 27 settembre, tre giorni dopo la visita del presidente Yanukovich in Russia.
Nel frattempo rimane in carcere, mentre tra Kiev, Mosca e i paesi europei è in corso una partita strategica di cui lei è senz’altro una pedina importante.
Lo scorso mese di agosto, il presidente del tribunale di Kiev Rodion Kireev aveva ordinato la sua incarcerazione e questo aveva scatenato le ire dei suoi simpatizzanti, dei suoi compagni di partito e di numerosi leader politici di tutto il mondo.
Il processo Timoshenko, un procedimento giudiziario di evidente natura politica, potrebbe essere considerato la conferma del progressivo declino democratico in corso in Ucraina. Ma in realtà è molto di più, in quanto questo paese è in bilico tra l’influenza russa e quella dell’Unione europea. E sia per la Russia che per l’UE il processo Timoshenko è un rompicapo: colpevole oppure innocente?
Secondo l’avvocato della difesa il verdetto sarebbe già deciso (sette anni di carcere senza possibilità di riduzioni della pena).
L’Ucraina è un tassello fondamentale per la Russia. Se non tornerà a controllare la politica di Kiev, Mosca non potrà più essere un impero potentissimo in grado di collegare Europa e Asia.
Per questo il governo del premier Vladimir Putin sta esercitando forti pressioni sul presidente ucraino Viktor Yanukovich con lo scopo di fargli firmare un accordo di facilitazioni doganali.
Yanukovich è certamente vicino alla Russia, ma sicuramente non abbastanza da rischiare che prenda il controllo dell’Ucraina. Per riequilibrare le relazioni con Mosca il presidente ha fatto una scelta strategica: avvicinarsi all’Unione europea con la firma, a dicembre, di un accordo di libero scambio.
La Russia non ha intenzione di stare a guardare e ha chiesto al presidente di decidere se stare dalla parte del governo di Mosca o dalla parte dell’UE.
Questo, a grandi linee, lo stato di una partita a scacchi in cui Yulia Timoshenko gioca un ruolo tutt’altro che secondario.
Malgrado le voci secondo cui Vladimir Putin sia coinvolto nel suo arresto, la ex primo ministro può contare sul sostegno di questo suo vecchio e abile nemico.
Con Putin nel 2009 aveva firmato un accordo per la fornitura di gas. Quella firma è alla base delle accuse contro di lei, dato che attualmente Kiev paga per il gas un prezzo più elevato rispetto a diversi paesi europei.
Vladimir Putin si esprime ora a favore della sua liberazione e attacca Yanukovich, il traditore filo-occidentale, sostenendo che il contratto è assolutamente corretto.
Dichiarando guerra totale a Yulia Timoshenko, Yanukovich ha trasformato tutti i suoi potenziali alleati in nemici. Gli osservatori cercano di comprendere le motivazioni del presidente ucraino, ma non riescono a trovare una logica nel suo comportamento.
Forse Yanukovich vuole sbarazzarsi senza tanti complimenti della sua rivale alle ultime elezioni, ma resta il fatto che il processo non fa che rafforzare la posizione di Timoshenko come leader dell’opposizione.
Verosimilmente Yanukovich vuole vedere fino a che punto può arrivare la tolleranza dell’Unione europea nei confronti di un regime ucraino sempre più autoritario. Comunque sia, da Bruxelles e dagli stati membri è già partito un coro di critiche.
Fino a poco tempo fa, in caso di scontro con la Russia Yanukovich poteva contare sull’appoggio dell’Unione europea, che da sempre tiene molto all’accordo di associazione con l’Ucraina. Ma ora che la Timoshenko è diventata la vittima di un processo politico (e insieme a lei alcuni ministri del suo governo, uno dei quali è in carcere da un anno in attesa di giudizio), le cose sono cambiate.
Con il processo a Timoshenko, Yanukovich ha complicato incomprensibilmente la propria posizione sia in patria che all’estero.
Qualunque sia l’esito del processo, le circostanze, i tempi e l’irrazionalità del comportamento di Yanukovich potrebbero andare a favore della donna e contro gli interessi dell’Ucraina e del suo futuro europeo. L’Europa potrebbe infatti perdere interesse in un paese in cui tre elezioni libere consecutive non hanno portato alcuna evoluzione democratica.
(Fonte: www.respekt.cz)