La situazione a Lampedusa sembra essere sfuggita ad ogni controllo. Violenti scontri hanno coinvolto i tunisini in attesa di essere trasferiti, le forze dell’ordine e gli abitanti dell’isola.
Nei pressi di un distributore di benzina, un gruppo di immigrati tunisini e diverse decine di lampedusani si sono presi a sassate dopo che i tunisini avevano minacciato di far esplodere alcune bombole di gas vicino al distributore. Diversi i feriti, ricoverati per curare escoriazioni e contusioni. Fra di loro anche alcuni agenti.
Scontri anche al Centro d’accoglienza dell’isola, che martedì pomeriggio è stato semi distrutto da un incendio appiccato dagli stessi immigrati. Sono centinaia le persone coinvolte nei disordini.
Asserragliato nel suo ufficio, mentre all’esterno del Municipio erano in corso le proteste, il sindaco dell’isola Dino De Rubeis ha dichiarato: “Alle associazioni umanitarie dico: non vi permettete di accusare di razzismo i lampedusani, hanno dato fin troppo. Siamo in guerra, la gente ha deciso di farsi giustizia da sola.”
Mercoledì mattina alcuni residenti sull’isola hanno tentato di aggredirlo, accusandolo di avere tenuto una linea morbida sull’immigrazione.
Per proteggersi il sindaco si porta appresso una mazza da baseball: “Mi devo difendere – dichiara ai giornalisti – sono pronto a usarla. Siamo in presenza di uno scenario da guerra.”
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