Il premier turco Recep Tayyip Erdogan incontra lunedì i capi militari che assicurano il governo ad interim in Egitto. La visita interviene in un momento in cui sia la Turchia che l’Egitto vedono un deterioramento dei rapporti con Israele.
Dopo la visita al Cairo, Erdogan si recherà in Libia e in Tunisia, segno manifesto della volontà del governo turco di sviluppare la sua influenza nel nord Africa, soprattutto di fronte alla debolezza dell’Egitto, incapace al momento di assumere un qualunque ruolo nel contesto regionale. Un viaggio che è come un barometro per testare il grado di popolarità della Turchia nell’opinione di questi paesi
Nei giorni scorsi il governo di Ankara ha espulso l’ambasciatore di Israele a causa del rifiuto dello Stato ebraico di presentare le scuse ufficiali dopo il raid di Tsahal contro la nave di aiuti umanitari Mavi Marmara, nel maggio 2010.
In un’intervista, Erdogan ha dichiarato che il raid israeliano costituiva un motivo sufficiente per scatenare una guerra e che il governo turco ha evitato qualsiasi ricorso alle armi per non inasprire ulteriormente un contesto già teso.
Anche l’Egitto aveva comunicato l’intenzione di richiamare il suo ambasciatore a Tel Aviv dopo la morte di cinque guardie di frontiera uccise dai soldati israeliani nel Sinai lo scorso agosto, ma l’ambasciatore era poi rimasto al suo posto.
Dopo che centinaia di manifestanti egiziani avevano preso d’assalto l’ambasciata israeliana al Cairo, sabato il governo di Tel Aviv ha rimpatriato tutti i suoi funzionari in Egitto.
Malgrado le difficoltà esistenti, sia gli egiziani che i turchi hanno espresso il desiderio di riavviare con Israele normali relazioni diplomatiche.