Il governo italiano rimaneggia il programma di austerità varato ad inizio agosto e fra le altre cose decide di rinunciare al prelievo del contributo di solidarietà per i redditi superiori a 90’000 euro l’anno.
Una manovra che il quotidiano economico francese Les Echos definisce pericolosa per l’intera Zona euro.
“La metodologia di bilancio di Silvio Berlusconi può soddisfare parte dei suoi sostenitori – si legge nell’articolo – ma il problema dell’Italia rimane tale e quale: con un debito pubblico che equivale al 120% del suo Prodotto interno lordo, l’Italia deve far fronte ad un’enorme necessità finanziaria.
Ricorrendo al voto di fiducia, a metà settembre Silvio Berlusconi ha i mezzi per far accettare al Parlamento qualsiasi piano finanziario. Per contro, questo comportamento non gli è permesso nel contesto europeo, perché corre il rischio di far nuovamente cadere la Zona euro nei meandri della crisi.
Questa vicenda mostra una volta di più la necessità della creazione di un governo economico per la Zona euro, così come chiesto da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy.”
Il quotidiano italiano La Stampa scrive al riguardo :
“… Altre speranze a cui il governo ora si affida vengono dalla lotta all’evasione fiscale. Giustissimo colpire gli evasori prima di infierire sugli onesti.
… La scomparsa del contributo di solidarietà a carico dei redditi medio-alti non sarà rimpianta. Tuttavia rispondeva in modo sbagliato a un’esigenza largamente condivisa, anche in altri paesi: far pagare ai ricchi almeno una parte degli oneri della crisi.
Veniamo da anni in cui le disuguaglianze sociali si sono allargate e proprio a causa del cattivo andamento dell’economia difettano le occasioni di investire produttivamente i capitali.
… Quando la politica è debole, è debole soprattutto verso i propri vizi. Trova ancor più difficile raccogliere le esigenze dei cittadini perché teme il potere dei corpi intermedi che sanno frammettersi tra l’elettorato e il Parlamento: enti locali, categorie, corporazioni varie.
Aumentando le tasse certo si rischia di perdere le elezioni. A tagliare le spese si rischia di non riuscire nemmeno a fare la campagna elettorale, causa ribellione nelle proprie file (come si vede dall’atteggiamento di molti amministratori locali di centro-destra). Così si esita da entrambi i lati. Questa debolezza viene rivelata dalla crisi.”
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