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I governi di Portogallo e Grecia devono decretare l’uscita dei rispettivi paesi dalla Zona euro. Per il bene di quest’ultima e della moneta unica.
A dirlo non sono la Banca centrale europea o la Commissione europea, né i vari Barroso, Trichet, Juncker o Merkel. A dirlo non è un europeo, ma è il finanziare statunitense (di origini ungheresi) George Soros, che da mesi va profetizzando la rovina dell’Europa.

Come si legge stamani su Wall Steet Italia, Soros, ex speculatore sul mercato valutario riciclato in filantropo miliardario, ritiene che se Portogallo e Grecia dovessero abbandonare la Zona euro, questo non provocherà affatto la spaccatura dell’Unione europea o il declino della moneta unica. Il finanziere ha poi ribadito il suo appoggio alle euro-obbligazioni, già caldeggiate settimana scorsa in un’intervista su un giornale tedesco.

A favore dell’adozione delle euro-obbligazioni, sulle quali la Zona euro ancora non entra in materia, si esprime anche l’economista statunitense Joseph Stiglitz, ex-vice presidente della Banca mondiale e consigliere economico nell’amministrazione Clinton: “A meno che non sia proposto qualcosa simile a dei bond europei, sarà molto difficile che i paesi in difficoltà riescano a raggiungere i requisiti fiscali. I governi prendono già a prestito dalle banche e questi bond sono scontati dalla Banca centrale europea. In un certo senso gli eurobond già esistono ma in una maniera non proprio trasparente e con ancora tanta incertezza su come il sistema attuale si evolverà.”